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lunedì 21 ottobre 2019

[Notizia] Strage di canguri


LAV, Lega Anti Vivisezione, segnala che in Australia è in corso una strage di canguri che coinvolge, tra le altre, varie aziende italiane. Si tratta del più vasto e cruento abbattimento di animali selvatici al mondo, documentato attraverso il documentario "Kangaroo, A Love-Hate Story", che svela cosa si cela dietro al mercato delle pelli di canguro.


Già condannati da una stupida legge che ne prevede l'abbattimento programmato governativo, ora i canguri sono oggetto di sterminio anche per motivi commerciali!
Si tratta di un mercato che coinvolge l’Italia che è il primo importatore di pelli di canguro n Europa, un primato di cui essere poco fieri, date le sofferenze che ci sono a monte di questi affari: morti lente, cuccioli che restano orfani magari nel marsupio della mamma uccisa, esemplari feriti che si danno alla fuga e condannati a una lenta agonia.

Qui non proporrò nemmeno lo spezzone dimostrativo di questo filmato, è facilmente recuperabile cercandone il titolo, piuttosto mi associo alla LAV nel diffondere i nomi delle aziende complici di questo massacro: Diadora, Lotto, Pantofola d'Oro, Dainese Ducati, Gimoto, Alpinestars, Vircos, Ferragamo, Versace, Prada, Moreschi, Moma, Fabi.

LAV ha cercato un confronto con queste aziende, dal quale è emerso che nessuna è consapevole del volume delle uccisioni di cuccioli e adulti di canguro di cui è complice; soltanto Ducati, Diadora e Prada si sono mostrate disponibili a un dialogo, mentre altre come Gimoto e Moreschi hanno respinto ogni proposito di pacifica discussione.
In ogni caso, non si registra alcuna comunicazione circa impegni da parte di queste aziende per interrompere la produzione di articoli in pelle di canguro, beninteso che di solito chi si occupa di questa fase ignora le modalità di uccisione. Come se ci fosse un'uccisione bella tra tante brutte.


Molti addetti alla produzione sono rimasti scioccati dalle immagini mostrate, mentre in altri casi le aziende si trincerano dietro certificazioni, garanzie date dal Paese di provenienza. La realtà è che generalmente le aziende si limitano a verificare che l'approvvigionamento sia legittimo e rispettoso delle norme vigenti, non c'è alcuna indagine circa la tutela degli animali nell'applicazione delle suddette norme, sullo sconvolgimento dell'ecosistema causato dalla soppressione in massa di così tanti esemplari.

Sono previste nuove azioni per diffondere questa orribile realtà e tentare di porre fine a questo massacro, ottenendo impegni precisi da parte delle aziende, arrivando a interrompere l'importazione in Europa di pelli di canguro.

(Articolo liberamente adattato dall'originale di GreenMe)

26 commenti:

  1. Non ne sapevo niente.
    Vorrei dire: boicottiamo questi marchi (io, nello specifico, Lotto e Diadora, unici tra quelli elencati che potrebbero essere nel mio target) ma serve effettivamente a qualcosa?
    Non credo...

    Moz-

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    1. Non è agendo da soli che si otterrà mai un risultato in questo settore. Internet va usato consapevolmente per portare alla luce questo orribile sottobosco di affari di cui vediamo soltanto il prodotto finito, ammesso che i produttori italiani davvero ignorino cosa ci sia dietro. Una volta che il cittadino sa cosa c'è dietro, può scegliere se essere complice di questo massacro o meno, incidendo sensibilmente sul fatturato di tali aziende. Ma è una via lunga, ci vogliono delle leggi che almeno scoraggino economicamente questo giro di affari, leggi fatte possibilmente senza accordi pseudo mafiosi sottobanco. Il documentario esiste, è recuperabile: andrebbe diffuso consapevolmente dalle televisioni, raccontato dalle riviste... E d'altro canto non sarebbero male dei presidi pacifici fuori dai negozi di questi marchi, con tanto di autorizzazione.

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    2. Sì, ma anche col filmato diffuso, come fu qualche anno fa per le oche dei piumini Monclair mi pare, che si ottiene?
      Hai detto bene, l'unica è che ci siano delle leggi che scoraggino queste cose, con imposte molto alte.

      Moz-

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    3. Se non si ottiene nulla è perché non c'è sensibilità: molta gente, spesso aggrappandosi a motivazioni religiose, vede nell'animale qualcosa creata per tornargli utile, non ci vede un essere vivente capace di provare emozioni e soffrire. Vedi la mattanza di agnelli a Pasqua, per fare un esempio: è ordinato di fare così nella Bibbia, ed ecco questo omicidio di massa di cuccioli, con tanto di offerte Coop, magari. E' un lavoro lungo da fare, a cominciare magari nelle scuole primarie, con i primi concetti laici di rispetto degli esseri viventi, senza per forza dare anche lezioni di cucina vegetariana/vegana, quegli argomenti semmai dopo...

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  2. Questa notizia dimostra ancora che la razza umana è una brutta razza. Le autorità dovrebbero vergognarsi, Concordo con MikiMoz, dovremmo boicottare quelle aziende.
    Buon inizio settimana.

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    1. Il boicottaggio è sempre un'arma che parte dal basso e può essere efficace se non praticata da pochi singoli. Io personalmente, negli ultimi dieci anni, forse ho acquistato soltanto qualcosa della Lotto tra le marche incriminate, quindi ho contribuito molto poco alle casse di queste aziende, e boicottarle mi riesce quindi naturale.
      Buona settimana a te.

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  3. Personalmente non corro dietro a questi grandi marchi. Se noi per primi non acquistiamo forse qualche cambiamento avverrà.

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    1. Come scritto poco sopra, nemmeno io acquisto da quelle marche, quindi farò ben poche rinunce.
      Il piccolo obiettivo di questo articolo è proprio rendere note queste aziende, e dare modo a ognuno di scegliere consapevolmente se appoggiarle o meno.

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  4. se penso che fanno un sacco di controlli rigidissimi agli aeroporti per tutelare il loro paese e proteggerlo da minacce esterne, però poi all'interno...

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  5. Sapevo dell'abbattimento programmatico, in Australia i canguri sono troppi, il doppio degli abitanti per come si riproducono e rappresentano un pericolo sia per le culture che per le persone. Mi ricordo alcuni articoli di giornali a riguardo. E feci il collegamento con i cinghiali delle zone boschive italiane, anche loro stanno diventando un pericolo. Di sicuro non sono da condividere i metodi utilizzati per quello che sta diventando un vero e proprio sterminio che lo stato australiano avvalla.
    Giusto parlarne, anche se penso che serva a poco limitarsi a non comprare nulla delle marche italiane che importano quel tipo di pellame. Penso alla tipologia degli acquirenti eh...

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    1. Per quanto riguarda l'abbattimento programmato, costituisce una voce di costo per il governo australiano... Perché allora non spendere quei soldi in campagne di civili sterilizzazioni, se il problema è l'eccessivo numero di canguri?
      Invece adottano una logica molto simile a quella di chi prenderebbe a cannonate i barconi di immigrati che cercano di attraversare il Mediterraneo. Non ci sono scuse, l'Australia da questo punto di vista è un popolo di gente cattiva.

      Lo so che molta gente acquista senza sapere né chiedersi da dove provenga un certo articolo, ma bisognerebbe che tutto fosse fatto in trasparenza, qua invece chi lavora in queste aziende afferma di non essere a conoscenza di come stanno le cose... Ci credo poco, dato che, una volta appresa la realtà dei fatti, ognuno ha ben pensato di fare "orecchie da mercante" (da cui il noto significato!) e fregarsene, divenendo di fatto complice di questo massacro.

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    2. Ma costerebbe uguale? Ho dei dubbi in proposito...penso sia questa la discriminante e molto meno "impegnativo" abbatterli...
      Anche io non credo che le aziende e chi lavora da loro non sappia nulla. Ma fa molto più comodo far finta di niente.

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    3. Ecco la domanda cruciale: costerebbe uguale? Forse costerebbe di più, non so... Tuttavia si potrebbero tassare queste pellicce per entrare in Europa, affinché i costi complessivi siano equivalenti a quelli di sterilizzare i canguri.

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    4. L'ho fatta perché conosco le politiche nazionali. Penso che i dazi d'importazione ci siano già. Forse dovrebbero esser più salati e questo sarebbe un buon deterrente.

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    5. Ci sono dei dazi? Giusto per curiosità, sai spiegarmi perché un olio d'oliva proveniente dai Paesi dell'Unione Europea riesce a costare meno di un olio d'oliva italiano venduto in Italia?

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    6. Non ho capito il senso della domanda... è una specie di questionario, se rispondo bene (a patto che lo sappia) cosa vinco?
      Ahahahah

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    7. Non si vince niente perché le casse sono vuote... 😀
      Chiedevo per capire, visto che hai citato le politiche internazionali...

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  6. Come al solito, dietro a questi massacri, ci sono sempre grandi marchi.
    Saluti a presto.

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    1. Ma proprio perché "grandi", questi marchi dovrebbero essere facile "bersaglio" di opportuni provvedimenti e sanzioni.

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  7. Non ho mai usato nessuno di questi marchi, per fortuna.
    Me ne guarderò bene anche in futuro dal farlo.

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  8. Argomento molto toccante.
    Sinceramente non ho mai fatto caso ai marchi e a quello che ci sta dietro in termini di animali ammazzati.
    Si fa prima star a posto con la coscienza se non compri pellicce ma effettivamente qualsiasi pellame che indossiamo ci dovrebbe portare a pensare che sempre un animale è morto per noi.
    Non solo i canguri.
    Il male minore riguardo ai canguri sarebbe la sterilizzazione.
    Ma indubbiamente è un costo ma soprattutto è svantaggioso perché non frutterebbe alla politica economica di chi invece preferisce abbatterli a fucilate.
    - [ ] “Riproducetevi finché volete così abbiamo più risorse a disposizione “


    L’ideale sarebbe vestire di plastica o ecopelle e sintetico.

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    1. Il discorso su pelli e pellicce si può in effetti estendere ad altri animali, stavolta ho focalizzato l'attenzione su quanto accade in Australia data la risposta delle aziende coinvolte/interessate.

      Vero che in alcuni casi un accessorio in pelle è una garanzia di qualità: ho buttato varie cinture non in pelle dopo averle messe tre volte, semplicemente sono scadenti. L'importante credo sia non farsi interi guardaroba ricavati da pelli e pellicce, ridurre cioè la domanda di tali materiali.

      Attenzione all'ecopelle: non è affatto finta pelle, ma pelle ricavata da animali in maniera eco sostenibile (cioè a ridotto impatto ambientale nel rispetto di precise norme UNI). Facile cadere nell'equivoco, io l'ho scoperto da poco.

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