Immaginate delle macchine gigantesche calate a migliaia di chilometri sul fondo dell'oceano. Dei caterpillar che setacciano i fondali per estrarre metalli come cobalto, manganese e nichel, uccidendo la biodiversità che abita gli abissi, mentre enormi nubi di detriti si sollevano per centinaia di chilometri mettendo in subbuglio alcuni degli habitat più stabili del pianeta...
È quello che minaccia l'Artico e che rischia di arrivare anche nel Pacifico e nei nostri mari. Si chiama Deep Sea Mining, estrazioni minerarie in acque profonde che potrebbero spazzare via interi ecosistemi marini.
Aziende italiane come Saipem e Fincantieri sono già interessate ad avviare le attività estrattive nel Mediterraneo. Se non li fermeremo, enormi cingolati e altri macchinari saccheggeranno ecosistemi già fragili, per lo più ignoti e, per ora, incontaminati.
Come tutte le petizioni promosse da "Amici animali", il recapito telefonico non è obbligatorio. I fondali marini sono l’ultima frontiera delle multinazionali assetate di metalli. Se non le fermeremo, enormi cingolati e altri macchinari verranno calati sul fondo dei mari per saccheggiare ecosistemi già fragili e per ora incontaminati. Chiediamo al governo italiano di opporsi alle estrazioni minerarie nei fondali marini!
A oggi decine di nazioni sostengono una moratoria per le estrazioni minerarie negli abissi, ma l'Italia, guarda caso, non è tra questi.
(Tratto dalla newsletter di Valentina Di Miccoli, Responsabile Campagna Mare per Greenpeace Italia)
Senza dimenticare che vogliono di nuovo trivellare il nostro mare, in primis l'Adriatico.
RispondiEliminaNonostante un referendum...
EliminaNooooo, ma che razza di idioti!!!! Dobbiamo fermare questa stupida decisione. Ma può essere che ancora non si è instillato in Italia un senso ecologico e un'idea di protezione del nostro mare? 😱😱😱😱😱
RispondiEliminaConsumismo a tutti i livelli, nella totale strafottenza di cosa troveranno le future generazioni.
EliminaE mi capita di leggere articoli e post contro Greenpeace, che in molte questioni è l'unica voce a dire le cose come stanno, perché non si è venduta ai poteri forti.