Rubriche

giovedì 7 marzo 2024

[Notizia] Uova senza gabbie: aggiornamento

Premesso che il sottoscritto, attraverso questo blog, è contrario a qualunque sfruttamento di animali da parte dell'indegno essere umano, spesso occorre procedere per passi intermedi per arrivare a un obiettivo di civiltà, rispetto e non violenza. Il tema su cui torno oggi è la fine dell'allevamento in gabbia nell'Unione europea.

Noi possiamo esercitare pressioni sui decisori politici, sensibilizzare le persone intorno a noi e scegliere con cura ciò che inseriamo nel carrello della spesa. Ma c'è chi può fare la differenza per milioni di animali in tempi più rapidi: le aziende alimentari, prime responsabili del benessere degli animali allevati all'interno della loro filiera.

Qui entra in gioco il dipartimento Settore alimentare di CIWF, che incoraggia le aziende a garantire una vita migliore agli animali allevati nella loro filiera e si assicura che diano seguito agli impegni presi. Per questo, attraverso il report Eggtrack, ogni anno monitora gli impegni e i progressi delle aziende che producono o utilizzano uova e ovoprodotti, prendendo in esame 444 aziende provenienti da diverse regioni del mondo e 715 impegni da loro sottoscritti a effettuare la transizione verso sistemi cage-free per le galline ovaiole. Un lavoro fondamentale per garantire quello che più sta a cuore a chi giustamente esige trasparenza e benessere per gli animali: agli impegni devono fare seguito reali condizioni di vita migliori per gli animali, in questo caso i milioni di galline ancora allevate in gabbia.

Nonostante la Commissione Europea non abbia mantenuto la promessa di presentare una proposta di divieto d'allevamento in gabbia, la transizione a sistemi cage-free nel settore alimentare non si è fermata: in Italia, dove 27 delle 33 aziende analizzate da CIWF comunicano i risultati raggiunti nell'ambito della transizione a uova di galline non allevate in gabbia, è stata registrata una media di progresso verso l'abbandono delle gabbie dell'88%, un dato superiore alla media europea, la quale si attesta comunque all'80%.

Tuttavia, senza una legge che ne vieti l'utilizzo, non sarà possibile eliminare definitivamente le gabbie per tutte le specie attualmente soggette a questo sistema obsoleto e crudele. Sono infatti i legislatori, in questo caso l'Unione Europea, a dover creare le condizioni per una transizione equa a sistemi di allevamento senza gabbie. Il momento è ora: la Commissione Europea deve mantenere fede alla parola data, cogliendo l'opportunità unica per l'Europa di essere pioniera nel benessere degli animali.

(Articolo tratto dalla newsletter di Bianca Furlotti, Food Business Manager per CIWF Italia)

12 commenti:

  1. Io smetterei proprio di mangiare uova. Escluse quelle di cioccolato.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Io infatti ho smesso, e cioccolato solo fondente, quindi senza latte né burro anidro.
      Si schiavizzano galline perché c'è richiesta di uova, la gente non capisce di possedere la sovranità dei mercati, ben più potente delle pubblicità più affascinanti.

      Elimina
  2. Si parla tanto, ma pochi fatti a livello di legge.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sono anni che ne parlo, purtroppo queste sono le novità sul tema. 😔

      Elimina
  3. Nell'articolo leggo: "Ma c'è chi può fare la differenza per milioni di animali in tempi più rapidi: le aziende alimentari, prime responsabili del benessere degli animali allevati all'interno della loro filiera." Volevo aggiungere alle aziende anche i consumatori ma poi ho letto la tua risposta a Franco Battaglia sulla sovranità del popolo nel decidere l'andamento dei mercati, percui non continuo. Hai già detto tutto tu. Mi trovi più che concorde.
    Mi sorge solo un dubbio: "dici che la gente capirà presto di questo suo potere (sovranità)?"

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non ci credo molto, ma mi ostino nel mio modo di vivere e pensare finché ne sono in grado. È dai tempi delle elementari che non mi ritrovo nelle maggioranze.

      Elimina
    2. Fai bene a credere in te stesso. È l'individuo che fa, che compie azioni, non la massa. La massa è credibile solo come numero ma non come azioni. ❤️👋
      Pandemia docet

      Elimina
    3. Però è la "squadra" a raggiungere traguardi e obiettivi che per il singolo sono utopie. Ma squadra non vuol dire massa, dove appena si propone un'attività, ciascuno pensa prima ai fatti propri e poi, se ha tempo, a qualcosa che riguardi il bene comune.
      E i politicanti ingrassano...

      Elimina
    4. Già, per questo ho fatto riferimento alla "massa" 👍❤️👋

      Elimina
    5. Ahimé siamo pochi e pure isolati... 😔

      Elimina
    6. Hai ragione, siamo in pochi ma convinti. Le lotte sono lunghe, ci vuole perseveranza, insistenza, direi anche petulanza e soprattutto non mollare mai.
      Leggevo su un giornale, non di parte, che i vegetariani sono cresciuti di numero. I vegani sono stabili.

      Elimina
    7. Sarà così, ma attorno a me non vedo cambiamenti significativi, anzi per mangiare qualcosa di vegano in un locale bisogna farsi modificare la pietanza prevista nel menù, che è privo di opzioni dedicate ai vegani e a stento si preoccupano dei celiaci, tanto noi non siamo malati ma "fissati" o "fanatici"... 🙄

      Elimina

Blogger ha modificato il modulo dei commenti rendendolo molto scomodo poiché dopo alcune righe scritte, non scorre più. Mi scuso per il disagio che non dipende da una mia scelta.