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giovedì 8 febbraio 2024

[Notizia] Cercasi cambiamento sistemico e radicale

A fine 2023 si è tenuta ad Abu Dhabi, negli Emirati Arabi Uniti, la COP28, la Conferenza ONU sulla crisi climatica; è importante parlarne perché tanto il clima quanto il benessere animale pagano il prezzo dell'intensificazione dell'agricoltura e dell'allevamento nei nostri sistemi alimentari. E' importante tenere accesi i riflettori sugli impatti che il nostro modo di produrre e consumare cibo ha su ambiente, animali e persone.


In occasione della COP28, la FAO ha pubblicato una Global roadmap, definendo una serie di azioni per mettere fine alla fame e garantire a tutti un'alimentazione sana. Tuttavia, alcune di queste azioni (come l'intensificazione degli allevamenti in alcune aree) nuocerebbero ai miliardi di animali allevati a scopo alimentare, ignorando il profondo legame che unisce ambiente, animali e persone (ma questo l'abbiamo già detto di recente).

Proprio questo legame è stato al centro dei numerosi interventi che si sono susseguiti durante la conferenza "Extinction or Regeneration", organizzata dall'ufficio internazionale di CIWF lo scorso maggio a Londra. "L’unico modo per cambiare le cose è non essere passivi – ha sostenuto l’attivista e studioso Raj Patel, durante il suo intervento – ma diventare partecipi di una trasformazione radicale."

È necessario entrare in azione e farlo al più presto, come ribadito anche dal CEO globale di CIWF, Philip Lymbery, alla conferenza sui sistemi alimentari che si è tenuta a luglio a Roma. "L'allevamento intensivo danneggia i piccoli allevatori, gli inermi, i marginalizzati, quelle comunità vulnerabili e colpite dalla povertà, e gli animali, sia domestici che selvatici."

Sul benessere animale, l'Europa rischia di rimanere indietro. Non solo rispetto ad altri Paesi che stanno adottando pratiche e norme più progressiste, ma anche, e soprattutto, rispetto alle ultime evidenze scientifiche. Il 2023 si era presentato come un anno storico per gli animali in Europa, grazie alla prevista revisione della legislazione UE sul benessere animale, che avrebbe dovuto riguardare quattro aree: le condizioni di vita degli animali negli allevamenti, la regolamentazione sul trasporto di animali vivi e sui metodi macellazione, e l'etichettatura dei prodotti di origine animale.

Di queste, l’unica proposta a vedere la luce è stata quella (lontana dall'essere soddisfacente) sul trasporto di animali vivi. La grande assente è la proposta del divieto di allevamento in gabbia, che la Commissione Europea si era formalmente impegnata a presentare entro il 2023 in risposta alla richiesta di 1,4 milioni di cittadini UE. Secondo quanto emerso da un'inchiesta giornalistica, dietro questo voltafaccia ci sarebbero le pressioni della lobby zootecnica. Una notizia che non sorprende: già a luglio il Parlamento UE aveva strizzato l'occhio all'industria, esentando allevamenti altamente inquinanti dall’obbligo di rispettare le norme europee sulle emissioni.

Invece di fare la storia per gli animali allevati, il 2023 rischia di rappresentare un precedente negativo per la strategia "green" dell'Unione Europea e il futuro della democrazia europea. Un rischio che nessuna associazione di protezione animale ha lasciato passare nel silenzio, protestando l'11 ottobre a Bruxelles, proprio davanti al palazzo della Commissione.

Brevi dal mondo:

  • Il 2023 è stato un anno importante per i polpi, iniziato con una fantastica notizia, la chiusura dell'unico allevamento di polpi negli Stati Uniti, e concluso con il lancio di un'azione contro la minaccia di realizzazione del primo allevamento a scopo commerciale nelle Isola Canarie.
  • Negli Stati Uniti, la Corte suprema ha confermato il divieto, vigente in California, di produrre o vendere carne di suino, di vitello o uova provenienti da allevamenti in gabbia. Un risultato su cui tuttavia grava la minaccia dall'EATS Act, che se approvato impedirebbe a Stati e autorità locali di imporre regolamenti sugli allevamenti, riservando la competenza al Governo federale (in genere, non interessato a questioni di benessere animale).
  • La Danimarca ha presentato il primo piano al mondo per promuovere un'alimentazione a base vegetale, includendo un piano per promuovere un menù vegetale nelle scuole. Inoltre, il Governo danese si è anche impegnato ad agire per eliminare l'allevamento di polli broiler a rapido accrescimento, afflitti da dolori cronici.
  • In Nuova Zelanda, il divieto delle esportazioni di tutti gli animali via mare è entrato in vigore ad aprile, mentre la Germania ha vietato tutte le esportazioni di vacche, pecore e capre verso i paesi extra-UE. Anche l'Australia e il Regno Unito stanno muovendo passi importanti verso il divieto dell'esportazione di animali vivi.
  • Si è registrata in alcune parti del mondo un'importante riduzione del consumo di carne: dati aggiornati a fine 2023 riportano che in Germania il 20% delle persone consuma carne tutti i giorni, rispetto al 34% di otto anni fa, e metà dei ristoranti negli USA offrono alternative vegane.
(Tratto dalla newsletter di CIWF Italia)

7 commenti:

  1. L'ultimo paragrafo in cui parli della Germania mi rallegra però mi rimane comunque incomprensibile quel "consuma carne tutti i giorni". Io posso capire ancora un paio di volte a settimana, come affermano certi nutrizionisti che parteggiano per gli onnivori, ma tutti i giorni è davvero eccessivo.
    Hai letto questo mio post, riguardo il decreto sul divieto di macerazione dei pulcini maschi?
    https://animalshouse2024.blogspot.com/2024/02/mi-era-sfuggito.html
    Ho messo il link del decreto. a me sembra un'altra della tante prese in giro.
    Attendo un tuo parere.

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    1. Ultimamente sto razionando le mie attività su Internet per questioni di tempo... Non ho ancora letto il tuo post.
      Conosco qualcuno che mangia regolarmente carne (o pesce) ogni giorno... 🙄

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    2. Tranquillo, non c è problema. Io sono sempre qua 🤣
      I tuoi conoscenti sono esagerati. ❤️👋

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    3. Anche per questo non frequento quasi più nessuno.

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    4. Noi frequentiamo solo più persone che sono sulla stessa linea nostra. In pratica 3 persone, 2 a Torino e 1 qui. Gli altri li abbiamo lasciati andare. Inutile trovarsi se non c'è unione di intenti. ❤️👋

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    5. O se in qualche modo si devono "adattare" a un pasto vegano invitandoti a pranzo o cena. Non devono fare contento me...
      Già successo una volta, propongono pasta e legumi, poi dei burger al volo... ma loro si fanno anche le salsicce. Non posso accettare inviti se poi devo cucinare io per controllare cosa finisce nei piatti!

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    6. 🤦‍♀️🤦‍♀️🤦‍♀️🤦‍♀️🤦‍♀️

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