lunedì 20 novembre 2023

[Notizia] L'Italia volta le spalle alla carne coltivata

Nonostante sembrasse che le cose si stessero orientando verso una scelta civile e consapevole, lo scorso 16 novembre c'è stato l'ultimo voto alla Camera dei deputati riguardo il Disegno di Legge che prevede il divieto di produzione e vendita di carne coltivata e che inoltre vieta ai prodotti vegetali di usare parole come burger, cotoletta o bistecca che ricordano i prodotti di origine animale. La maggioranza ha votato a favore, quindi l'Italia è il primo Paese al mondo a vietare la carne coltivata.


L'Italia fa questo per sostenere palesemente la zootecnia e gli allevamenti intensivi, frenando ingiustamente un settore, quello delle proteine alternative, che invece offre un doppio vantaggio: da un lato non contribuisce all'allevamento e all'uccisione di animali, e dall'altro ha un ruolo importante nel ridurre le emissioni inquinanti del settore alimentare.

Questa legge vuole dire ai consumatori cosa possono e cosa non possono mangiare. Un fatto gravissimo. 

Se vogliamo dirla tutta questa legge è una mossa di propaganda politica: costituisce un favoritismo verso Coldiretti e le cosiddette "tradizioni", anche se a ben vedere gli allevamenti intensivi non sono certo parte della tradizione italiana!

Nei fatti, questa è una legge inutile tre volte.

  1. La carne coltivata non è ancora in commercio in Europa, quindi vieta la vendita di qualcosa che fino a future approvazioni è di fatto già vietato.
  2. Quando verrà approvata a livello di Unione Europea, l'Italia non potrà vietare l'importazione di carne coltivata, e quindi la tutela del consumatore tanto sbandierata non ha senso. Così come non potrà vietare l'importazione di prodotti vegetali con denominazioni vietate alle aziende italiane. Dovrà emanare una nuova legge apposta!
  3. L'Italia ha ufficialmente ritirato la notifica TRIS di questo disegno di legge alla Commissione europea, una procedura prevista per tutte le norme che possono limitare il libero commercio delle merci. Questo con lo scopo di evitare una probabile bocciatura che ne avrebbe frenato i lavori. E la giurisprudenza dice che una disposizione nazionale non notificata può essere considerata inapplicabile, e proprio per questo motivo inoltre l'Europa potrebbe perfino aprire una costosa procedura di infrazione verso l'Italia, cioè verso noi consumatori dato che alla fine a pagare sono sempre i cittadini attraverso tasse e "manovre economiche"!

In sostanza questa legge di fatto servirà solo a rendere impossibile lo sviluppo di aziende italiane di carne coltivata, un settore potenzialmente in grande crescita, capace di creare posti di lavoro e muovere l'economia. E ciò spingerà anche alla fuga ricercatori e ricercatrici che puntano a lavorare in questo ambito.

Si tratta inoltre di una legge negativa e pericolosa perché manda un pessimo segnale all'Unione Europea, dove si dibatterà a breve il futuro della carne cellulare.

(Tratto dalla newsletter di Essere Animali)

14 commenti:

  1. La Coldiretti è una lobby potentissima e gli interessi degli allevatori sono immensi. Siamo indietro purtroppo.

    RispondiElimina
  2. L'Italia è sempre indietro, troppe cose vengono negate.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sempre peggio, e chi subentra ai pagliacci precedenti non si dimostra migliore.

      Elimina
  3. Con questo governo mi sarei stupita del contrario...ciao Gas

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Siamo ridicoli da un bel pezzo agli occhi dell'estero, e perseveriamo pure.

      Elimina
  4. Purtroppo gli allevatori hanno ancora un grande potere e influiscono sulla politica. Animal Equality fa di tutto per attirare gente che possa capire la gravitá della cosa ma ancora troppa gente non capisce. Io ho fatto battaglie nel mio blog non commentate da nessuno. C'è una cultura poco animalista. Se parliamo di cani e gatti tutti sono presenti ma per il resto degli animali no. Ho anche ercato di convincerli dicendogli che ormsi gli animali d'allevamento sono imbottiti di farmaci ma niente.. Battaglia persa 😩

    RispondiElimina
  5. Sono assolutamente favorevole, come ecologista, a questa battaglia contro il tecnocibo frankenstein.
    La soluzione è la decrescita demografica peraltro avversata in ogni modo da pseudo radicali culo e camicia con OSF che vorrebbero spostare in Europa centinaia di milioni di africani e asiatici, stipati in banlieue, facendo mangiar loro cibo da incubo.
    No grazie!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Si tratta di carne ottenuta senza sofferenza di animali né utilizzo di antibiotici come si fa invece negli allevamenti.

      Elimina
    2. Allontanarsi dalla via della natura porta solo problemi.

      Elimina
    3. Allora vietiamo anche la fecondazione assistita e snelliamo le pratiche adottive, aboliamo la sperimentazione di farmaci e cosmetici destinati a uso umano su cavie animali.
      Se dobbiamo allontanarci dalla natura dobbiamo farlo integralmente, basta sfumature di grigio.

      Elimina
    4. Potrei anche concordare.
      Tuttavia esistono impatti diversi nelle varie pratiche e usanze rispetto alla artificializzazione che le caratterizzano.
      Mangiare cibo frankenstein interferisce direttamente colla biochimica fondamentale del corpo.
      Insomma mangiarsi una cosa pazza ha impatto diverso che vedersi un'immagine di frattali colorati.
      Un po' come bersi a colazione un liquido tossico ha effetti peggiori rispetto ad ascoltarsi della musica di me×da.

      Elimina
    5. Le interferenze di cui parli vanno dimostrate: abbiamo usato amianto a gogo, e soltanto decenni dopo se ne sono pagate le conseguenze (e nemmeno tutti i responsabili hanno pagato a livello penale). Perché con la carne coltivata bisogna essere prevenuti prima di danni dimostrati empiricamente?
      Poi è molto più "pazzo" mangiarsi della mortadella sapendo gli scarti e le schifezze che finiscono nell'impasto, o del gelato fatto con latte scaduto (episodi di cui sono stati testimoni dei tecnologi alimentari che conosco).

      Elimina

Blogger ha modificato il modulo dei commenti rendendolo molto scomodo poiché dopo alcune righe scritte, non scorre più. Mi scuso per il disagio che non dipende da una mia scelta.