lunedì 20 aprile 2020

[Notizia] Greenpeace sul dopo pandemia


In questo periodo di emergenza, apprendiamo con sollievo di come la natura si riprende i propri spazi: dalle acque cristalline dei canali di Venezia ai cervi che pascolano nelle città giapponesi, fino ai dati relativi all'aria più pulita nelle principali città. Non possiamo tuttavia illuderci che questo sia un assaggio di quello che ci aspetta dopo la pandemia.


Il calo dell’inquinamento atmosferico e la probabile momentanea diminuzione delle emissioni di anidride carbonica sono gli effetti collaterali della stasi della nostra società e dell’economia: un modo ben poco sostenibile e durevole per contenere le emissioni e contrastare l’inquinamento.
Secondo Greenpeace occorre un intervento repentino, non appena l'economia inizierà a muoversi nuovamente come prima, se non peggio di prima.
Dopo aver registrato un periodo di cielo azzurro e di aria relativamente pulita, il governo cinese ha già iniziato ad ammorbidire le regole sull'inquinamento delle automobili e ad agevolare la realizzazione di nuove centrali a carbone.
Il coronavirus non ci sta affatto lasciando un mondo più sicuro e meno inquinato.
Un mondo migliore e più pulito va costruito pezzo per pezzo attraverso scelte economiche globali e coordinate, aumentando i posti di lavoro in settori strategici, vale a dire nei settori delle fonti rinnovabili e dell'agricoltura ecologica.

Tra non molto i governi sveleranno le misure adottate per mantenere in attività le imprese e per proteggere i posti di lavoro, avendo la possibilità di gettare le basi per una reale transizione verso un'economia solida, verde e sostenibile. Greenpeace si impegna a monitorare tali scelte, a battersi per fare pressione sui governi, perché comincino subito a investire in questa direzione: per uscire fuori dalla crisi sanitaria e climatica insieme.
Affinché aria e acqua pulite, una rigogliosa fauna selvatica e minori emissioni di anidride carbonica non siano le conseguenze accidentali di un disastro, ma i benefici di un futuro programmato più verde, pacifico e rispettoso di tutte le specie. 

(Adattato dalla newsletter di Giuseppe Onufrio, Direttore esecutivo di Greenpeace Italia)

10 commenti:

  1. Anche io spero che possa essere così. Abbiamo avuto una sorta di reset tramite un disastro, vediamo di mantenere questa base...

    Moz-

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    1. L'obiettivo è quasi un'utopia, il vile denaro pilota da sempre le scelte più pesanti; non sta bastando una pandemia per ridurre certi potenti a miti consigli... D'accordo ripartire, ma lo sta pianificando con uno spirito concorrenziale, non comunitario.

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  2. L'uomo ha capito la lezione? Io continuo ad avere troppi dubbi, sono anni che i governanti del mondo, usano solo parole, ma ci vogliono fatti.
    Saluti a presto.

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    1. L'uomo avrebbe anche capito, il problema è che appena viene sollevata una questione ambientale, che danneggia anche chi non inquina, subito levata di scudi perché un intervento metterebbe a rischio dei posti di lavoro, danneggerebbe l'economia, ecc... Proprio il fatto che un'azienda offre posti di lavoro a qualcuno ma inquina il pianeta che è di tutti, dovrebbe essere sufficiente per intervenire. Chiudere? No, però riconvertire in attività eco sostenibili, o provvedere alla riduzione delle emissioni inquinanti nell'ambiente.

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  3. Ne abbiamo già parlato varie volte da me e sai bene che sono molto scettica sul fatto che nel post pandemia cambierà qualcosa.
    Anzi, non lo credo affatto.

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    1. Dal punto di vista della consapevolezza ambientale cambierà molto poco a breve scadenza. Quando poi si saranno spezzate catene alimentari a causa dell'estinzione di alcune specie, allora forse qualcuno inizierà a fare mea culpa.
      Nel frattempo io continuerò a seguire la mia strada divulgando determinate notizie e adottando un certo stile di vita. Non sono mai stato bravo a fare proseliti, ma provarci mi costa molto poco.

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  4. Mi rendo conto che mantenere lo status quo è impossibile ma se si riuscisse, se volessero provare a riuscire nel tentativo di contemperare entrambe le esigenze sarebbe un grande risultato.

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    1. Il migliore risultato degli ultimi secoli.
      Io mi chiedo se sia proprio necessario il "progresso" alla sopravvivenza umana?

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  5. Con tutta la drammaticità della situazione corrente, sembra proprio che la Terra si sta attenendo alla locuzione latina "mors tua vita mea". Credo che l'uomo dovrebbe fare tesoro di questo, perché se dovesse continuare a fare di peggio, so già, alla fine, chi dei due sopravviverà, ma non te lo dico ...

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