Grazie al sostegno di migliaia di persone, Lipu è riuscita a vincere una prima, importantissima battaglia: lo stop agli emendamenti "caccia selvaggia" del DL Agricoltura.
Lo scorso febbraio, di fronte al grave attacco sferrato dalla politica (sfacciatamente filovenatoria) contro i piccoli uccelli migratori, la cosiddetta proposta di legge "caccia selvaggia" dell'onorevole Francesco Bruzzone, Lipu aveva lanciato una petizione che in poco tempo ha superato le 65.000 firme.
Una dimostrazione di cosa pensino i cittadini italiani: gli uccelli migratori e la biodiversità, tutelati dalla nostra Costituzione, non si toccano.
La protesta, unita al crescente dissenso dei cittadini e all'impegno di molte organizzazioni, ha fatto sì che quella proposta venisse fermamente rallentata, se non bloccata. Ed ecco che arriva il trasferimento in un decreto legge sull'agricoltura delle principali proposte di caccia selvaggia: caccia sette giorni su sette, cancellazione del silenzio venatorio, abbattimento degli uccelli persino nel delicato periodo della migrazione pre riproduttiva, impossibilità di impugnare i calendari venatori, ritorno in grande stile alla pratica dei richiami vivi e altro ancora! Un'iniziativa gravissima, la cui risposta non si è fatta attendere.
Assieme alle altre associazioni coinvolte, sono state consegnate al Presidente del Senato Ignazio La Russa le firme raccolte e spiegato perché quelle proposte ledevano la democrazia, la legalità e il buon senso, oltre che le normative comunitarie. Questa volta la politica ha prestato ascolto! A inizio luglio il Governo ha espresso parere negativo alle proposte filo venatorie, che sono state tutte bocciate o ritirate. E quella che sembrava una sfida impossibile è diventata una vittoria per la biodiversità!
Questo non significa che la natura e gli animali siano fuori pericolo: i cacciatori faranno di tutto per riprovarci e la proposta di legge Bruzzone potrebbe presto riprendere il suo iter, ma sappiano che adesso c'è chi sa come fermarli.
(Tratto dalla newsletter di Lipu)
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