L'Amazzonia è vicina al suo punto di non ritorno climatico, oltre il quale buona parte dell’ecosistema collasserebbe, mettendo in pericolo il ruolo di questa foresta come deposito di CO2 e rendendo gli effetti della crisi climatica ancora più devastanti.
Lo scorso luglio la foresta amazzonica brasiliana ha registrato un drammatico aumento della deforestazione e dei focolai di incendio: sono stati registrati 666 km² di deforestazione e il numero più alto di focolai di incendio per il mese di luglio dal 2005, anno in cui la regione subì incendi record.
Tra il 29 luglio e il 2 agosto, Greenpeace Brasile ha condotto diversi voli di monitoraggio per documentare gli incendi negli stati brasiliani di Amazonas e Rondônia: l'analisi delle immagini ha svelato che alcune proprietà rurali, finanziate dal sistema di Credito Rurale brasiliano, erano in fiamme o avevano recentemente subito incendi.
Il sistema finanziario brasiliano è complice della distruzione dell’Amazzonia e del peggioramento della crisi climatica.
Urge una regolamentazione molto più severa di quella attuale, con criteri rigorosi per impedire che i finanziamenti finiscano nelle mani di agricoltori e aziende che alimentano la deforestazione e gli incendi illegali. Chi finanzia i distruttori delle foreste è parte integrante del problema.
(Tratto dalla newsletter di Greenpeace Italia)
Il polmone verde del mondo è in grave pericolo.
RispondiEliminaNel totale disinteresse di politici che potrebbero tutelarla e di imprenditori che la stanno sfruttando. 😔 Povere le future generazioni!
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