lunedì 2 giugno 2025

[Storia] Lina, storia di una madre

Mi chiamo Lina e vivo in una gabbia di un allevamento intensivo da quando ho memoria. Trascorro circa metà della mia vita in questa minuscola gabbia, dove non posso neanche girarmi, perché è qui che mi costringono a stare per 4 settimane durante la gestazione e per altre 4 settimane durante l'allattamento dei miei piccoli.

Ogni anno sono sottoposta a inseminazione artificiale poco dopo ogni svezzamento, quindi è facile calcolare per quanto tempo sono condannata a stare qui dentro. Ho sentito dire che tutto questo è per il mio bene e per quello dei miei cuccioli. Per me, però, vivere qui dentro per settimane intere e non potermi occupare di loro è semplicemente uno strazio.

Vorrei poter seguire il mio istinto, costruire un comodo nido e accudirli con amore, ma non posso perché le sbarre della gabbia in cui sono costretta me lo impediscono. A volte sono talmente disperata che inizio a mordere le sbarre per lo stress.

La mia natura sarebbe quella di prendermi cura dei miei piccoli durante le loro prime settimane di vita, ma non ho mai potuto farlo, e non poter mai soddisfare l'istinto di maternità che sento dentro, fortissimo, mi rende vittima di una frustrazione terribile e di una depressione immensa. 

Per legge, però, anche io sono riconosciuta come un essere senziente, ovvero capace di provare emozioni! Non so perché mi abbiano rinchiuso qui dentro, ma so che vivere in questo modo è solo una tortura senza fine. La mia, ti assicuro, non è vita.

(Tratto dalla newsletter di Annamaria Pisapia, direttrice CIWF Italia)

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