Brutte notizie dall'Australia: 17 marzo l’agenzia governativa che si occupa della Grande Barriera Corallina (GBRMPA) ha dichiarato che si sta verificando un altro grave sbiancamento di massa dei coralli, il sesto episodio in pochi anni, e questo rappresenta un segnale di allarme grave.
Fonte: Pixabay |
Greenpeace ha documentato lo sbiancamento con foto e riprese, rilevando che, dopo i dati preoccupanti degli scorsi anni (tra il 1995 e il 2017 metà dei coralli della barriera sono spariti!) altri coralli sono perduti per sempre e migliaia di pesci, tartarughe marine, balene, delfini sono a rischio per la perdita del loro habitat!
La barriera corallina costituisce un equilibrio rimasto intatto per centinaia di migliaia di anni, che ora stiamo distruggendo a causa dei cambiamenti climatici: sono l'aumento della temperatura e dell'acidità del mare, infatti, la causa dello sbiancamento dei coralli.
Il fatto grave è che, nonostante la barriera corallina sia un patrimonio unico che rischia di scomparire, non tutti sono d'accordo nel proteggerla: infatti non è ancora stata inserita nella lista dei siti in pericolo dall'UNESCO!
Fonte: Lo sbuffo |
L’UNESCO ha sì raccomandato di inserire la Grande Barriera nell’elenco dei siti in pericolo, riconoscendo il cambiamento climatico come la minaccia principale per questo scrigno di biodiversità, ma l'Australia, forte di una lobby politica incosciente, è riuscita a bloccare tutto.
Ora che, da dicembre 2021 l'Italia è vicepresidente del Comitato UNESCO, potrà decidere le sorti della barriera corallina. Questo è il momento di fare la nostra parte (il recapito telefonico non è obbligatorio)!
Greenpeace chiede quindi all'Italia, e in particolare al Ministro degli Esteri Luigi Di Maio, di assumere una iniziativa forte nel Comitato Siti Patrimonio dell'Umanità, per l’inclusione della Grande Barriera tra i siti in pericolo.
(Tratto dalla newsletter di Greenpeace Italia)
Oltretutto non si tratta di un monumento da salvaguardare, ma di un processo vitale essenziale per la vita animale e umana. Non possiamo continuare a far fuori equilibri naturali millenari. Poi c'è il triste discorso sulle emissioni di CO2 che vede tutto il mondo praticamente fregarsene.. intanto firmo!
RispondiEliminaGrazie per la firma.
EliminaDel problema delle emissioni di CO2 ne sento parlare per lo meno dalle scuole elementari, e mi fa molto strano che in 40 anni, con tutti gli avvicendamenti politici e imprenditoriali che ci sono stati, nessuno abbia fatto gli interessi del pianeta oltre che dei propri figli e nipoti. Proprio vero che dove ci sono soldi non c'è spazio al sentimento. 😢
Ora c'è la guerra poi.. molto più redditizia.. :(
EliminaRedditizia per chi era già ricco prima.
EliminaMa pensa che storia!
RispondiEliminaAssurdo che l'Australia riesca a bloccare l'inserimento della barriera corallina nei siti in pericolo dell'UNESCO.
Chissà se l'Italia potrà davvero fare la differenza.
Se Greenpeace si muove, l'Italia qualcosa la può fare in quanto vicepresidente di turno dell'UNESCO.
EliminaCerto che da quando ho il blog l'Australia ne ha combinate di tutti i colori nel maltrattare animali e natura. 😔 Non che altre nazioni siano sante, ma ogni tanto qualche notizia buona da altrove arriva...
La situazione è molto critica, rischiano veramente l'estinzione.
RispondiEliminaDecenni di trascuratezze da parte di chi poteva fare qualcosa... 😓
EliminaSituazione sempre più grave, purtroppo. Speriamo di non arrivare a un punto di non ritorno. Per questo ho firmato. Ciao, Gas.
RispondiEliminaGrazie per la firma.
EliminaSu qualche questione il punto di non ritorno l'abbiamo purtroppo superato: è scientifico che, seppure si interrompessero tutte le emissioni inquinanti in atmosfera, il surriscaldamento globale da effetto serra non si arresterebbe prima di 100 anni.
E che si fa? Comunque niente, tanto sarà una rogna per chi ci sarà... Questo è il progresso secondo la specie umana. 😞