C'è un argomento che non so se riuscirò mai a trattare con un articolo interamente dedicato e approfondito, poiché scriverei parole troppo cattive nei confronti di esseri umani che vi speculano: i combattimenti tra cani.
Ecco il consueto "ripasso" degli articoli più interessanti di quattro anni fa. Era un periodo in cui il blog, grazie probabilmente ad alcune nuove rubriche accattivanti, si costruiva un suo pubblico, diventando all'occorrenza anche un notiziario dell'ambiente.
Come chi mi conosce sa, non sono tipo che fornisce una notizia senza poi comunicarne aggiornamenti se ce ne sono, anche a distanza di anni. E' il caso della caccia alle balene da parte dell'Islanda, della quale dopo tre anni c'è qualche novità positiva a riguardo.
Nel mondo vegano ci si imbatte facilmente in termini "presi in prestito" dalla cucina tradizionale e sui quali qualcuno prontamente polemizza asserendo che non si può definire tale un piatto senza gli ingredienti caratteristici che lo contraddistinguono. Vero, ma nello sviluppo del linguaggio si impara anche a usare figure retoriche, sinonimi, talvolta anche parole prese in prestito da dizionari stranieri (vedi "green pass" al posto di "certificato di negatività al Sars-Cov2") pur di far comprendere velocemente "il concetto" che si vuole esprimere.
Ecco quindi che vado a illustrarvi la mia* pasta alla carbonara vegana, con tutte le "licenze poetiche" del caso.
La dimostrazione che si può fare arriva, tangibile e non teorica, dalla Svizzera, dove 70 allevatori di bestiame si stanno convertendo alle produzioni vegetali abbandonando quella della carne.
Siamo giunti alla fine di questo lungo viaggio attraverso le meraviglie e le stranezze del nostro pianeta. Vediamo un po' di esplorare qualcun altro di questi "luoghi incredibili". La precedente puntata la trovate qui.
Le zoonosi sono un grave problema, strettamente collegato agli allevamenti intensivi, e in Italia per fermare i focolai di epidemia aviaria sono stati abbattuti 15 milioni di animali negli ultimi quattro mesi.
Nel 1977 il cantautore abruzzese Ivan Graziani pubblica il suo quinto album, "I lupi", il primo destinato a ottenere un certo successo, trainato dalla celebre "Lugano addio", e realizzato in collaborazione con Antonello Venditti e Mogol.
Fra le tracce del disco, quella che lo battezza e che qui propongo è una canzone di guerra, che racconta la storia di un superstite dell'Armata Italiana in Russia e della guerra di Spagna, che torna a vivere soltanto quando spezza il proprio fucile... I lupi della canzone sono quindi i soldati nemici, perché hanno una divisa diversa dalla nostra, un po' come nella cultura popolare i lupi sono visti come belve cattive adatte per spaventare e diseducare i bambini raccontando loro favole di realtà distorte, quando in realtà sono soltanto esseri viventi diversi da noi.
E, tanto nel caso dei soldati nemici quanto dei lupi, possiamo sempre decidere di non pensarla come ci vogliono imporre, e spezzare anche noi i nostri fucili.