lunedì 1 luglio 2024

[Notizia] Il Regno Unito vieta l'esportazione di animali vivi

Dopo oltre 50 anni di incrollabile dedizione e di incessanti campagne, il disegno di legge per vietare le esportazioni di animali vivi dal Regno Unito diventerà presto realtà.

Si tratta di una vittoria storica per gli animali allevati, che spezzerà la pratica inutile e crudele che ha costretto milioni di animali a viaggi infernali di sola andata.

Un passo che dimostra ciò che si può ottenere con un'incessante attività di sensibilizzazione e mobilitazione collettiva, a prescindere da quanto grandi possano sembrare gli ostacoli. Un percorso lungo, fatto di alti e bassi: dagli anni '90, quando fino a 2,5 milioni di animali allevati erano esportati dal Regno Unito ogni anno, alle grandi speranze vissute quando il disegno di legge che avrebbe vietato questo commercio è stato introdotto nel Parlamento britannico nel 2021, per poi essere abbandonato lo scorso anno.

Per rimarcare questa vittoria, CIWF, RSPCA e KAALE hanno proiettato un video sulle scogliere di Dover. È stato un momento commovente, in cui si sono celebrati questi 50 anni di campagne, scelto non a caso, trattandosi di un luogo sì incantevole ma che è stato, in passato, teatro di grandi crudeltà: da qui, nel 1995, sono partite imbarcazioni stipate di animali vivi, esportati oltre il Canale della Manica solo per soddisfare le esigenze di un commercio spietato e ingiustificabile. E ancora a Dover, nel 2013, è stato proiettato il messaggio di denuncia "Benvenuti a Dover, capitale britannica del crudele commercio di animali vivi".

Ma finalmente, le scogliere bianche di Dover sono state un luogo di celebrazione, che ha segnato la fine delle esportazioni di animali vivi da o attraverso il Regno Unito.

Una vittoria ma la battaglia continua: l'esportazione di animali vivi è ancora legale nell'Unione Europea.

(Tratto dalla newsletter di Annamaria Pisapia, Direttrice CIWF Italia)

4 commenti:

  1. Ma parliamo di animali che poi sarebbero stati uccisi a destinazione, o cosa?

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    1. Nel caso in specie sì, ma dato che la specie umana ha la memoria corta, è un passo per ottenere l'abolizione del commercio di animali, sia vivi che morti. Purtroppo non si può sperare in cambiamenti radicali drastici, per lo meno non con l'attuale assetto politico.

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  2. Risposte
    1. La via del benessere animale va troppo a rilento.

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