giovedì 20 marzo 2025

[Storia] L'altra faccia dell'allevamento intensivo (parte 1)

La rubrica delle storie inizia oggi a raccontare una serie di testimonianze da tutto il mondo di persone rimaste vittime di quei lager legalizzati chiamati allevamenti intensivi.

Foto di Richard Dunwoody

"Ho dovuto trasferirmi due volte a causa dell'allevamento intensivo nella contea di Powys, ed è stato devastante. Dopo il primo trasloco, ho investito tutto quello che avevo nell'acquisto di un edificio bellissimo ma fatiscente, solo per ricevere un'altra lettera che annunciava il progetto di un allevamento di 90.000 polli, proprio accanto. Mi sono sentita completamente a pezzi, impotente. 

I miei sogni di avere finalmente una casa sono stati distrutti dal rumore, dall'odore e dal traffico costanti, e la crudeltà sugli animali mi ha dato il voltastomaco. Non volevo vivere accanto a un allevamento, era più vicino a casa mia che a quella dell'allevatore!

Il rumore mi svegliava di notte, tanto che ho smesso di dormire; lo stress mi ha causato attacchi di panico e ho dovuto interrompere il mio lavoro di artista. Mi sentivo come una vespa in un barattolo: intrappolata, arrabbiata e disperata." (Kate Milson da Powys, Galles)

Foto di Richard Dunwoody

"Ci sono circa 20 milioni di polli nella contea dell'Herefordshire, ho fatto il calcolo: è un abominio.

Gli allevamenti intensivi creano ambienti orribili per le comunità locali. La gente non può aprire le finestre e il fiume Wye è stato avvelenato, e tutto questo è finanziato con i nostri soldi! Non pagano le tasse immobiliari o sui veicoli, mentre noi paghiamo per riparare le strade che distruggono e per ripulire i fiumi che hanno devastato. E loro cosa fanno? Producono cibo scadente e disgustoso e fanno vivere agli animali vite miserabili.

I polli dovrebbero stare all'aperto, a beccare il cibo, non a beccarsi tra di loro, le vacche dovrebbero pascolare nei campi, non essere tenute tutta la vita al chiuso. Gli allevamenti intensivi devono essere fermati. Spero solo che il Governo prenderà sul serio il cambiamento climatico o non credo che ci sarà un mondo in cui vivere per i miei nipoti." (Ros Bradbury da Kington, Inghilterra)

(Fonte: End.it)

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