Torniamo a parlare di allevamenti intensivi, dopo la notizia diffusa da Greenpeace che finalmente coinvolgeva la Commissione Ambiente dell'UE per rivedere l'assegnazione di fondi pubblici a queste aziende di morte.
Greenpeace non si accontenta certo di promesse, e ha svolto indagini: è emerso un aspetto della produzione industriale di carne all'interno degli allevamenti intensivi di cui nessuno parla: queste fabbriche inquinano perché contribuiscono alla contaminazione dell’acqua del territorio in cui si trovano, inclusa l'Italia.
Tra giugno e luglio 2018 è stata analizzata l’acqua di canali di irrigazione che scorrono in diverse zone di 10 Paesi dell'UE con numerosi allevamenti intensivi, per verificare eventuali presenze di farmaci veterinari, pesticidi, nutrienti, metalli... Sono stati riscontrati antibiotici e 104 diversi pesticidi (30 in territorio italiano), 28 dei quali non autorizzati nei territori dell'Unione Europea (9 in Italia)!
Le conseguenze? Maggiore probabilità di sviluppo di batteri resistenti agli antibiotici.
Per questo è importante firmare la petizione, perché le nuove regole per l'assegnazione di fondi PAC non sono ancora state stabilite.
(Liberamente tratto dalla newsletter di Federica Ferrario, Campagna Agricoltura Sostenibile e Progetti Speciali)
(Liberamente tratto dalla newsletter di Federica Ferrario, Campagna Agricoltura Sostenibile e Progetti Speciali)
Perfetto, fai bene a tenerci aggiornati su certe brutture assurde.
RispondiEliminaCondivido il post.
Moz-
Questo è il web che mi piace fare: condivisione reciproca. 😎
EliminaGrazie per la condivisione. ☺️
Schifosi. Questa cosa sta distruggendo una società impunemente!!! Carne di questo tipo fa crescere i ragazzi in modo anomalo e purtroppo i risultati si vedono e come se si vedono.
RispondiEliminaInfatti il danno è grosso, e solo adesso la questione è affrontata senza concessioni o deroghe! L'ideale sarebbe la chiusura di queste fabbriche di morte, convertendole in altre attività ecosostenibili per non licenziare nessuno (se non gli avidi menefreghisti titolari). Vediamo come si pronuncerà l'UE, anche se il problema non è certo circoscritto alla sola Europa.
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