La storia che segue è degna di una fiaba. Se il destino di molte mucche è nascere e crescere in un allevamento intensivo, per poi morire in un mattatoio, per Bonnie è andata diversamente.
Associamo a New York l'idea di metropoli, ma anche lì esistono numerosi allevamenti, e in uno di questi, durante una mattina invernale, si stava radunando il bestiame per organizzare un'asta al mattatoio. Mentre gli agricoltori erano impegnati nelle varie operazioni, una vitella ha colto l'occasione per fuggire verso la foresta; si trattava di Bonnie, anche se all'epoca era identificata soltanto da un numero.
Dopo essersi lasciata alle spalle la città, Bonnie ha vagato nella foresta innevata per svariate settimane, e molti si sono interrogati su come una mucca fuggita da un allevamento potesse sopravvivere da sola nei boschi durante un inverno particolarmente rigido. Si è però scoperto che Bonnie non era sola: le telecamere installate da un gruppo di cacciatori rivelarono che l’intrepida vitella era stato adottata da una famiglia di cervi, assieme alla quale viaggiava, mangiava e riposava.
Si sa, quando entrano in scena i cacciatori, in genere queste storie si concludono con la cattura o l'abbattimento dell'animale che "non è dove dovrebbe essere", infatti alcuni abitanti della zona cominciarono a valutare di sparare a Bonnie se l'avessero vista vagare nei loro campi. Qui è entrata in scena Becky Bartels, un'amante degli animali, che ha deciso di interessarsi alla piccola mucca e tentare di avvicinarla con del cibo, riuscendo alla fine a conquistarne la fiducia.
In seguito Becky ha contattato il santuario Farm Sanctuary nelle vicinanze e ha lavorato con loro per occuparsi di Bonnie. La giovane mucca gode ora di una vita serena e sicura nel rifugio in compagnia ad altri animali salvati.
Quella di Becky non è una storia isolata: una mucca fuggì da un allevamento polacco e fu accolta da una mandria di bufali... La naturalezza con cui questi animali si adattano a vivere in mezzo alla Natura, accolti da specie selvatiche diverse dalla loro, è una prova di quanto gli allevamenti siano contronatura, perché un animale da profitto ha la stessa identica dignità di un cane o un gatto.
Fonte: People.com (con altre foto e un video di Bonnie al santuario)
Non di un cane cinese però..
RispondiEliminaSono i cinesi a non avere dignità in quel campo.
EliminaUna bella storia.
RispondiEliminaQuasi un racconto natalizio. 😍
EliminaChe bella storia. Abbiamo ancora molto da imparare sulla, e soprattutto dalla, solidarietà degli animali. Ciao, Gas.
RispondiEliminaSicuramente. Ciao Caterina. 😊
EliminaSolo noi uomini facciamo fatica ad accogliere, pure se sono della nostra stessa specie. Di molti uomini, meglio le bestie.
RispondiEliminaDecisamente meglio loro!
EliminaSe solo imparassimo a considerarci animali anche noi, e a vivere nel medesimo sistema Natura...