Dopo 5 mesi dalla prima udienza, la Corte di Cassazione ha dato ragione a Greenpeace: anche in Italia chi inquina può essere portato in tribunale!
Si tratta della sentenza più attesa per poter riscrivere le sorti della giustizia climatica nel nostro Paese: la Corte di Cassazione ha stabilito che è possibile fare causa a una grande azienda responsabile della crisi climatica, quindi chi inquina e alimenta l'emergenza climatica deve essere chiamato a rispondere delle proprie azioni!
Quindi, la Cassazione ha stabilito che in Italia la giustizia può ancora avere voce. Si tratta di una vittoria che può cambiare il corso della giustizia climatica, una sentenza definitiva che cambia il destino di tutte le cause climatiche in Italia. È una sentenza storica, una vera svolta per il nostro Paese.
Come già raccontato, Greenpeace Italia, insieme a ReCommon e a 12 cittadine e cittadini, ha lanciato una causa civile contro ENI, Cassa Depositi e Prestiti e il Ministero dell'Economia e delle Finanze, perché il colosso italiano del gas e del petrolio ha contribuito in modo significativo alla crisi climatica, pur sapendo bene cosa stesse facendo. ENI aveva provato a sottrarsi alle sue responsabilità, sostenendo che in Italia non si potessero fare cause climatiche, ebbene la questione è stata portata alle Sezioni Unite della Corte di Cassazione, e la risposta è arrivata: i tribunali italiani sono competenti. La Suprema Corte ha dato ragione a chi tiene alla salute del nostro pianeta!
In altre parole, questa sentenza stabilisce che:
- La causa di Greenpeace/ReCommon contro ENI potrà finalmente essere discussa nel merito dal Tribunale di Roma.
- Le aziende inquinanti non potranno più nascondersi dietro presunti vuoti legali.
- I tribunali italiani potranno giudicare, e naturalmente condannare, chi danneggia il clima e viola i diritti umani.
- Le future cause per il clima in Italia avranno finalmente basi solide.
- Chi distrugge il futuro delle persone per inseguire profitti può, e deve, essere portato in tribunale.
Esistiamo, e abbiamo il diritto di respirare!
(Tratto dalla newsletter di Chiara Campione, Direttrice Campagne per Greenpeace Italia)
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