A sostegno dell'iniziativa End the cage age, la regista olandese Eline Helena Schellekens e la montatrice Kate Morgan hanno realizzato un cortometraggio che mostra la maternità... in gabbia. Il cucciolo dipende totalmente dalla mamma, che è la sua fonte di nutrimento, il suo primo e unico riferimento al mondo, una fonte di calore e di amore.
Ci sono tenerezza e affetto nel vederli, ma i due possono manifestarlo solo nello spazio di un paio di metri quadrati, delimitato da sbarre di ferro. Perché lui è un maialino venuto al mondo da una scrofa prigioniera in un allevamento intensivo che, come tutte le sue simili, passa l’intera esistenza senza potersi muovere, con il solo compito di sfornare e allattare cuccioli che poi diventeranno adulti per essere trasformati in prosciutti e carne.
Un video/documentario con immagini dal punto di vista del suinetto, commissionato da Compassion in World Farming e diffuso alla vigilia della scorsa festa della mamma, per ribadire che si è mamme anche negli altri 364 giorni dell'anno, ma che sono ben poche le mamme del mondo animale che ricevono rispetto e dignità.
Olga Kikou, direttrice europea di Compassion in World Farming sottolinea che "Motherhood mostra come la maggior parte delle scrofe nell’UE vive la propria maternità. Sono animali altamente senzienti [...] ridotti a oggetti, mere unità di produzione confinate in un gabbia. La UE non può ignorare l’urgente necessità di eliminare gradualmente tutte le gabbie in Europa e garantire standard equivalenti di benessere animale anche sulle importazioni di carne, latticini e uova che entrano nel territorio europeo."
La protagonista del cortometraggio è una madre che non rinuncia a esserlo sebbene confinata in uno spazio ridotto che non le permette neppure di girarsi su se stessa, con i suoi suinetti che le si accucciano contro, attaccati alle sue mammelle, e che scambiano con lei affettuosi strusciamenti di muso. La regista aggiunge che "I maiali sono animali incredibilmente intelligenti, sensibili e curiosi, con grandi personalità."
Fonte: Corriere.it
per fortuna è solo un "corto"... ma anche così, se deve arrivare arriva!
RispondiEliminaUn cortometraggio ha più possibilità di essere veicolato e visto, impegna meno...
EliminaNon ho capito come facciano ad accoppiarsi se le scrofe sono confinate lì dentro per tutta la vita?
RispondiEliminaLe fanno uscire a comando per essere ingravidate? Brrrr. Che orrore!
Gli accoppiamenti negli allevamenti intensivi? Nel caso dei maiali, quando la scrofa va in calore si osserva il suo atteggiamento (mentre è bloccata in una gabbia come quella in foto) avvicinandole un verro; in caso di reazione "positiva", è spostata in una gabbia isolata dove un operatore la insemina con una cannula. La scrofa resta lì 28 giorni affinché si accerti che è incinta.
EliminaDopo il parto, il maialino è allontanato dalla madre dopo massimo 30 giorni (in natura lo svezzamento avverrebbe al 4° mese), che è condotta nella gabbia precedente in attesa che vada di nuovo in calore.
Se questo non è nazismo applicato al mondo animale...
Mamma mia. Sembra un film horror.
EliminaSperavo che almeno l'accoppiamento avvenisse in maniera naturale. Cioè come natura comanda...
Macché... 😢
EliminaLa specie umana è capace delle più atroci cattiverie, ed essendone consapevole credo sia giustificato il mio disgusto quando da qualche vicino mi arrivano odori di arrosto o di ragù. 😖
Il genere umano dimostra sempre più, la sua cattiveria.
RispondiEliminaSaluti a presto.
E' quello di cui sono convinto.
EliminaSiamo devastanti in tutto. 😔
RispondiEliminaSiamo una specie irrecuperabile.
Elimina