Il Parmigiano Reggiano è considerato una eccellenza del Made in Italy, ma gli standard di benessere animale negli allevamenti che producono il latte per il suo formaggio sono tutt'altro che eccellenti.
Le vacche del Parmigiano Reggiano sono allevate per la stragrande maggioranza a pascolo zero, vale a dire che vivono rinchiuse in capannoni senza mai avere la possibilità di brucare l’erba e di esprimere i propri comportamenti naturali.
A cosa assomiglia una vacca che non vede un filo d'erba, che vive sempre rinchiusa, al solo allo scopo di produrre latte, tanto latte? A una macchina da latte.
Il prestigioso Consorzio del Parmigiano Reggiano dovrebbe tenere presente che le vacche sono esseri senzienti, non macchine!
Nel novembre 2017 CIWF Italia lanciò una video-inchiesta sulle condizioni di vari allevamenti, inclusi quelli delle vacche che producono il latte per il Parmigiano Reggiano.
Le immagini delle vacche, rinchiuse in ambienti squallidi, magre, sfruttate, alcune visibilmente sofferenti, fecero il giro del mondo. Si levò un'onda di indignazione a livello internazionale e vennero inviate oltre 100.000 email di protesta al Consorzio del Parmigiano Reggiano!
Grazie a questa straordinaria partecipazione, il Consorzio del Parmigiano ha intrapreso delle misure in tema di benessere animale, tuttavia dopo 4 anni i provvedimenti presi non sono sufficienti, poiché non è partito alcun programma concreto come si sperava.
Persiste, per esempio, la pratica della stabula fissa, vale a dire che le vacche sono tenute legate con una corda o una catena e, oltre a essere costrette a vivere in capannoni, sono private della mobilità minima.
Il Parmigiano Reggiano è un marchio di grande prestigio a livello internazionale, assurdo che non riservi il dovuto rispetto e dignità alle circa 250.000 vacche allevate o, per meglio dire, sfruttate.
Purtroppo non basta essere vegetariani per fermare queste aziende crudeli!
(Articolo tratto dalla newsletter di Annamaria Pisapia, direttrice CIWF Italia)
Credo dovremo fare a meno un po' di tutto.. a voler salvaguardare un'etica seria. Ma siamo lontani.
RispondiEliminaTu niente parmigiano comunque, a prescindere dalla correttezza della filiera?
Io niente formaggi né latticini più. Posso fare eccezione sulla pizza o in un panzerotto, per non negarmi un minimo di convivialità, ma sostanzialmente il latte serve per vitelli, agnelli, bufalini...
EliminaEppure, secondo me, una mucca felice produrrebbe anche maggiore quantità di latte.
RispondiEliminaMa forse sono solo un'appassionata di favole...
Quantità non saprei, di sicuro qualunque essere vivente messo in condizioni di benessere ha un organismo meno stressato, difese immunitarie più alte, e di conseguenza una mucca libera produce latte migliore.
Eliminaqui la cosa grave è che erano già stati beccati e con tutto ciò continuano :/
RispondiEliminaPer questo io, davanti a queste irregolarità, sarei per il sequestro immediato dell'azienda, altro che sanzioni e avvertimenti.
EliminaCi sono troppi allevamenti lager, ci vuole maggiore rispetto ed etica.
RispondiEliminaSe nessuno più compra i loro prodotti, loro devono chiudere. E' una semplicissima legge del mercato, la stessa che negli anni ha fatto sparire tanti articoli dalla circolazione.
EliminaNon so se dal 2018 ad oggi qualcosa sia migliorato riguardo al trattamento degli animali negli allevamenti intensivi.
RispondiEliminaParlo di quella data perché giorni fa mi son imbattuto in un film documentario del 2018 appunto che racconta le terribili sofferenze degli animali negli allevamenti intensivi australiani ma vale anche per tutti gli altri in gran parte del resto del mondo che si chiama “ Dominion”.
Quello che leggo oggi a proposito delle mucche del parmigiano purtroppo mi fa capire che non se ne sono fatti molti di passi in avanti.
E parliamo di produzione di latte.
A che prezzo mi viene da pensare?
Di miglioramenti delle condizioni di vita negli allevamenti intensivi non ce ne possono essere, a meno che smettano di essere intensivi. Abbiamo il progetto "End the cage age" che attende di diventare legge, ma nel frattempo le aziende sono libere di trattare gli animali secondo il proprio tornaconto.
EliminaIl prezzo? E' quello che il consumatore è disposto a spendere facendo finta di non sapere cosa c'è dietro.
Il problema non è una singola azienda, è la nostra esagerazione in quanto consumatori. Finché ci sarà bisogno di allevamenti intensivi per soddisfare le nostre voglie, gli animali non saranno mai rispettati. Il denaro, in questo mondo materiale, vince sempre su qualsiasi valore etico e morale. Purtroppo.
RispondiEliminaVero purtroppo. Io ho portato in evidenza Parmigiano Reggiano poiché già oggetto di una indagine che ha cordialmente ignorato.
EliminaIl denaro vince ma di questo passo che mondo lasceremo alle prossime generazioni? E soprattutto con quali valori sui quali credere?