Nel 2021 ci fu l'incendio di un bosco in Sicilia, dal quale uscirono illesi 19 cavalli e 6 asini che lì vivevano allo stato semi-brado. Dopo poco più di un anno la loro sorte potrebbe essere terribile.
Il Dipartimento Sviluppo Rurale e Territoriale della Regione Siciliana aveva indetto un'asta per la loro svendita, con il rischio concreto che potessero finire al macello, acquistati da allevatori della filiera alimentare.
Dopo che LAV ha sollevato pubblicamente la notizia (chissà perché a nessun giornalista viene in mente di parlare di certi argomenti!), inviando anche una lettera al neopresidente Renato Schifani, la Regione Sicilia ha comunicato la sospensione dell'asta. Ma la battaglia non si è certo conclusa.
È plausibile infatti che questi equidi vengano sperati dalle relazioni affettive nei vari gruppi di appartenenza della specie per finire in contesti ben diversi dalla visione iniziale: il consumo della carne di cavallo è molto diffuso in Sicilia, come testimonia il numero delle macellerie equine sparse sul territorio. Una carne spacciata per sopraffina della tradizione culinaria siciliana, ma in realtà si tratta di un business recente e incivile. Pochi decenni fa la carne si mangiava, nella migliore delle ipotesi, una volta alla settimana (la domenica) perché considerato un piatto borghese; in trinacria, fino a un secolo fa si utilizzavano muli e asini per il lavoro e la loro carne era riservata prevalentemente ai nobili e alle milizie, quindi a una minoranza di persone.
Dietro l'apparenza dell'essere una carne di eccellenza, non vi sono certamente scelte etiche e solidali: questi bellissimi animali destinati alla macellazione (che è legale!), sia durante la reclusione che nelle fasi di trasporto verso gli impianti di macellazione subiscono stress, affaticamento, rischio di lesioni e di disidratazione. Un autentico supplizio durante il quale i cavalli terrorizzati assistono alla morte di chi li precede, tentando di indietreggiare nei corridoi e accasciandosi a terra inutilmente per ribellarsi.
A me viene facile fare "2+2" su chi abbia avuto interesse ad appiccare quell'incendio l'anno scorso, e a voi?
Io ricordo che da adolescente spesso mamma cucinava carne di cavallo, c'erano macellerie specifiche a Roma, ed era un alimento per rimetterti in piedi, magari dopo influenze e convalescenze. Oggi non le vedo più, e mi farebbe anche strano mangiarne.. il cavallo è come un animale familiare, anche se non di casa..
RispondiEliminaIn alcune famiglie contadine il cavallo era un animale di casa, preziosissimo per tirare l'aratro, o anche per spostarsi più velocemente che a piedi... E la sua "stalla" era situata dopo la camera da letto, proprio per assicurarsi che non venisse rubato di notte. A Matera ci sono ancora delle antiche case, ora adibite a "piccoli musei culturali" che hanno conservato memoria di quella struttura.
EliminaDa bambino mi hanno dato spesso carne di cavallo, ma è stato il secondo animale che ho tolto dalla mia alimentazione, l'ultima volta l'ho mangiato circa 20 anni fa, con degli amici dell'epoca, coi quali organizzammo una cena estiva in macelleria, dove credevo di poter ordinare del pollo che ancora mangiavo, e invece era una macelleria equina... Mangiai pochissimo (evitai tutti i carpacci) e fui l'unico che poi la notte non ebbe particolari problemi... 🙄
È vero, qui vicino casa ce ne sono diverse macellerie...in una ci vado solo a comprare le uova fresche, in un'altra ho saputo che ci lavora una ragazza che conosco....
RispondiEliminaOramai ci sono più macellerie che edicole... 😕
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