lunedì 18 novembre 2024

[Scheda] Medusa criniera di leone

Ho scoperto questo animale degno di un libro di J. K. Rowling in un racconto di Arthur Conan Doyle del ciclo di Sherlock Holmes. Si tratta di una delle più grandi specie conosciute di meduse, tipica delle acque fredde delle zone più settentrionali dei mari e degli oceani boreali, delle acque dell'Artico e del Pacifico e Atlantico, risultando abbondante anche nel Mare del Nord.

Fonte: Flickr

È facilmente riconoscibile per il suo colore rosso, che va da tonalità tendenti all'arancione a tinte più scure, e per il gran numero di tentacoli, lunghi e filamentosi, che cadono dal suo grande ombrello. È altresì nota per le dimensioni straordinarie che è capace di raggiungere, e che ne fanno uno degli invertebrati più grandi in assoluto.

Sebbene dal 19° secolo provengano testimonianze non confermate di esemplari artici dal diametro superiore ai due metri, le meduse maggiormente conosciute hanno un ombrello di dimensioni che raggiungono un massimo di 50 cm di diametro, e tentacoli che possono superare, nei casi estremi, i dieci metri di lunghezza.

L'ombrello è suddiviso in otto lobi, che danno alle meduse guardate dall'alto l'aspetto di una stella a otto punte. Dal centro dell'ombrello si dipana una massa fitta di tentacoli aggrovigliati e di braccia, più corte e carnose dei tentacoli, di un vivo colore rosso acceso. Tale massa confusa sembra aumentare in dimensioni con l'età dell'animale, raggiungendo negli individui più anziani l'aspetto di una folta criniera leonina. Dalle zone più esterne e dai bordi dell'ombrello partono invece tentacoli più fini, argentei, che possono allungarsi anche per molti metri dal corpo centrale, e che sono fortemente urticanti; il loro tocco, sebbene nella maggior parte dei casi non abbia gravi conseguenze per gli esseri umani, è molto doloroso e causa bruciori e arrossamenti nella zona colpita. Nel caso affrontato da Sherlock Holmes ("La criniera del leone") gli effetti urticanti diventano letali per un paio di vittime.

Fonte: Flickr

La specie non scende mai al di sotto del 42º parallelo di latitudine nord. Sono animali che si stanziano isolati in zone marine piuttosto superficiali (non oltre i 20 metri di profondità), sebbene molti individui tendano a riunirsi in baie chiuse e riparate alla fine del loro primo anno di vita, formando gruppi anche numerosi ed estesi. In mare aperto, queste meduse, con il loro ventaglio di tentacoli urticanti, sono spesso circondate da piccoli pesci, come gli avannotti , e da crostacei refrattari al loro veleno: entrambe le specie sfruttano i tentacoli come rifugi sicuri dai predatori.

Per spostarsi, le meduse sfruttano battiti ritmici dell'ombrello, ma per effettuare grandi tragitti si affidano alle correnti. 

Si nutrono principalmente zooplancton, ctenofori ed altre meduse (soprattutto quelle della specie Aurelia aurita); sono a loro volta predate da diverse specie di uccelli marini, da grandi pesci e da tartarughe marine.

4 commenti:

  1. Comprendo che il loro tocco non sia particolarmente dannoso per l'uomo, ma io ne sono terrorizzata, visto che sono allergica alle banali punture di qualsiasi insetto, non oso immaginare cosa mi succederebbe se restassi "vittima" di una medusa.

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    1. Se sei allergica fai bene a evitarle, ognuno di noi reagisce in modo diverso a questi tocchi urticanti e punture...
      Dai miei pochi ricordi di mare, sono state più le meduse viste portare sulla sabbia a seccare dai bagnanti che quelle colpevoli di aver toccato qualcuno. 🙄

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