Molte le persone che hanno un vero terrore nei confronti delle api: per quanto questi insetti siano importanti per gli ecosistemi, oltre che sfruttati per la produzione di miele, essi sono dotati di un pericoloso pungiglione in grado di mandare una persona in shock anafilattico. Quando ci pungono, infatti, ci iniettano un po' di veleno, che utilizzano come estrema difesa per indurci ad allontanarci dal loro alveare.
Paradossalmente, questo veleno possiede anche delle proprietà farmaceutiche, come ha imparato sulla propria pelle Ellie Lobel, una giovane laureata in Fisica Nucleare, mamma di tre figli, che un giorno ha avuto un incontro ravvicinato con questi insetti.
Quindici anni prima dal suo drammatico incontro con le api, la donna aveva assunto la pericolosa malattia di Lyme in seguito al morso di una zecca, e da allora combatteva contro questa condizione, tra sofferenze e debilitazione progressiva. Settimanalmente si recava in ospedale, in California, per proseguire la sua terapia, ma le cure si rivelavano inefficaci, tanto che, consapevole che le restavano circa novanta giorni di vita, Ellie decise di non presentarsi in ospedale e di saltare per una settimana la terapia, preferendo trascorrere i suoi ultimi momenti sulla Terra passeggiando per la natura, invece che passare interminabili e preziose ore in ospedale in attesa che i farmaci facessero finalmente effetto.
Mentre passeggiava per le campagne che circondavano la sua città, improvvisamente fu circondata da uno sciame di api, che cominciarono a pungerla ripetutamente. Terrorizzata, Ellie cercò immediatamente di scappare, prima di ritrovarsi completamente ricoperta dalle punture. Giunta in ospedale, pensava che la fine fosse imminente: il suo corpo stava entrando in shock anafilattico, e per tre giorni la febbre cominciò a tormentarle il corpo, già debilitato dopo anni di malattia. Alla fine, però, quando l'emergenza rientrò, insieme ai medici scoprì di essere miracolosamente guarita dalla malattia di Lyme!
I batteri agenti della malattia di Lyme, che la stavano conducendo a una fine imminente, erano infatti spariti: il veleno delle api li aveva uccisi quasi tutti, consentendo al suo corpo di recuperare le forze e ai medici di somministrare un altro antibiotico, in grado di debellare definitivamente i batteri residui.
Interessandosi all'argomento, Ellie decise di studiare il veleno delle api, facendo tesoro della sua laurea in Fisica Nucleare, e in poco tempo scoprì che un componente del veleno delle api, la melittina, aveva capacità antimicrobiche, ma non solo: scoprì che il veleno delle api possedeva anche proprietà antitumorali e antimicotiche e che se assunto con moderazione può anche ringiovanire alcuni tessuti.
Da quel momento in avanti, Ellie Lobel è divenuta una delle principali ricercatrici che studiano il veleno delle api ed è promotrice della prevenzione nei confronti della malattia di Lyme, che attacca il sistema nervoso e provoca problemi cardiaci e artriti croniche.
(Tratto dall'articolo di Aurelio Sanguinetti per Everyeye.it)
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Perdona l'ignoranza, ma ricordavo che le api muoiano dopo aver punto qualcuno.
RispondiEliminaQuindi, se il loro veleno venisse utilizzato per fini medici, non significherebbe doverne ammazzare tante, con tutte le conseguenze annesse e connesse?
Confermo, le api operaie muoiono dopo aver punto per distacco del pungiglione e di una parte dell'apparato digerente.
EliminaE' il caso però di spiegare l'obiettivo di questo articolo.
Non intendo promuovere lo sfruttamento delle api ma di divulgare un loro ruolo piuttosto sconosciuto rispetto alla produzione di miele: avrei potuto interrompere la storia con la guarigione di Ellie, ma ho immaginato che la donna, fisica nucleare e non medico, abbia orientato la sua ricerca alla sintetizzazione della melittina e non allo sterminio di api. Dico immaginato perché, più di quanto trovato e riportato nel mio articolo, che è l'integrazione da tre fonti in parte contraddittorie, ignoro come si sia sviluppata realmente la ricerca.