Almeno a me, il nome ricorda una navicella trasformabile di un qualche cartone animato robotico 🤩, ma naturalmente non lo è... Non si tratta nemmeno di un uccello rapace, bensì di... una vespa! 🐝
Appartenendo alla famiglia Pompilidae, la femmina di questa vespa è dotata di potente veleno paralizzante che usano per catturare tarantole e altri ragni. Si tratta della terza puntura più dolorosa secondo la scala di Schmidt, con un valore pari a 4.0, superato solo da quello della formica proiettile (4.0+) e da quello della vespa carnefice (4.0++); per l'essere umano il veleno è doloroso e immediato ma non tossico.
Distribuita nel sud degli Stati Uniti, Messico, America centrale e nella fascia settentrionale dell'America del Sud, è riconoscibile dall'arancione acceso delle ali, talvolta contornate di nero. Nella parte settentrionale del Sud America, una forma conosciuta come ligamorfica presenta le ali inscurite alla base con chiazze color ambrato.
Piuttosto grossa, la femmina può raggiungere i 5 cm di lunghezza, il maschio al massimo i 4 cm.
Caccia al crepuscolo, evitando la luce solare delle ore più calde, volando poco sopra la superficie del terreno e facendosi guidare da vista e odori per individuare la tana del ragno da predare. Può anche cacciare sul suolo, in tal caso muove antenne e ali nervosamente. Trovata la vittima, la vespa recide con le mandibole la ragnatela che copre l'ingresso della tana e vi entra, per far uscire la tarantola all'esterno ove avere maggiori libertà di movimento.
Scacciato il ragno in superficie, la vespa si strofina le antenne per indurre la preda a sollevarsi sulle zampe posteriori e mostrare le zanne; una volta riuscita nell'intento, si scaglia contro l'aracnide e lo punge tra l'attaccatura delle gambe e lo sterno, colpendone un centro nervoso causandone l'immediata paralisi. Molto più di frequente il ragno evita di reagire all'attacco, consapevole di non riuscire a sopraffare il predatore. Neutralizzata la preda, la vespa talvolta si nutre dei fluidi che fuoriescono dalla ferita del ragno, quindi sceglie se riportarlo nella tana dalla quale l'aveva costretto a uscire oppure scavare una nuova fossa.
Raggiunto il sottosuolo, la vespa depone un uovo nella tarantola e chiude l'ingresso della tana. La larva che esce dall'uovo si nutre del ragno paralizzato tenendolo in vita, mangiando quindi gli organi vitali per ultimi. Terminato il pasto, si tesse un bozzolo con il quale si racchiude per poi uscirne una volta completata la metamorfosi in pupa, e lascerà la buca solamente quando sarà diventata un esemplare adulto.
Curiosità sulla vespa falco delle tarantole (come se il suo modo di deporre uova non fosse abbastanza!):
- dalle uova fertilizzate nascono femmine, da quelle non fertilizzate maschi;
- gli esemplari adulti si nutrono di polline e nettare;
- tra i predatori di questa inquietante vespa figurano questo simpatico passeriforme
il corridore della strada noto anche come roadrunner (proprio lui, l'ambita preda di Wyle E. Coyote!) e la rana toro (un grosso anfibio verde che può raggiungere i 20 cm di lunghezza e che gradicando imita il muggito dei bovini!).
- i colori della vespa falco delle tarantole sono tali da renderla pressoché invisibile al tramonto, mimetizzandola perfettamente.
Quindi mi stai dicendo che il modo migliore per catturare Beep Beep era assumere un falco delle tarantole?
RispondiEliminaPovero Coyote. 😂😂😂
Diciamo che se Wyle Coyote usasse falchi delle tarantole come "mangime" nelle trappole, avrebbe qualche possibilità in più. 😜
EliminaNon ricordavo questa vespa.
RispondiEliminaIo nemmeno la conoscevo prima di redigere questa scheda.😄
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