Non avevo ancora omaggiato Milva nel blog, se non citando una sua interpretazione di "Ci vorrebbe il mare" di Marco Masini. Eppure nel repertorio della cantante che ci ha lasciati quattro anni fa c'è un brano molto bello contenuto nell'album "Identikit" del 1983, che si avvale di autori quali Antonello Venditti (autore del brano in oggetto), Riccardo Cocciante, Bruno Lauzi, Paolo Conte, Vangelis... La protagonista della canzone è Eva, una donna fatale e misteriosa, quindi con un che di felino, come si percepisce dal suo sguardo di gatto.
Eva dagli occhi di gatto
E non chiamarmi amore quando...
tu fai l'amore quando...
tu chiudi gli occhi e vai lontano
poi ritorni piano piano tra le mie braccia...
Eva camminava sola
sola sul ponte abbandonato
col suo abito da sera
una Coca Cola in mano e un accenno di luna.
Cerco me stessa a New York City
dove il mare è più vicino al cielo
dove i gabbiani volano in alto
per sentirsi più vicini al vento
e tu dimmi a cosa stai pensando
Eva, Eva, Eva, il tuo sguardo di gatto, di gatto!
Eva, non fargli male, Eva
non guardarlo come uno straniero
anche se ancora porti dentro
tutti i segni della vecchia Europa
con le sue stagioni morte
e con le sue canzoni chiuse in te
come in un antico scrigno
Eva, Eva, Eva, il tuo sguardo di gatto, di gatto!
Bagnato randagio da poterlo scaldare
ma forse sei tu.
Ora il tuo corpo si fa più vicino
più vicino di un mio stesso pensiero
e più vicine le tue labbra
come fossero un sentiero di sabbia
da attraversare...
E non chiamarmi amore quando...
tu fai l'amore quando...
chiudi i tuoi occhi e vai lontano
e poi ritorni ancora piano piano
a guardarlo come uno straniero
Eva, Eva, Eva, il tuo sguardo di gatto, di gatto!
Bagnato randagio da poterlo scaldare
Non vedi? Son io.
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