Non tutti conoscono la realtà degli allevamenti intensivi di pesci. Molto del pesce venduto sui banchi di supermercati e mercati rionali è infatti pesce d’allevamento: è scomparsa la figura avventurosa del pescatore che prendeva il largo di notte col peschereccio e all'alba, rete piena in spalla, raggiungeva il mercato per venderlo. I pesci sono creature intelligenti e sensibili, ed esattamente come gli altri animali allevati, sono esseri senzienti, capaci di provare dolore e sofferenza.
Il benessere animale negli allevamenti ittici è un grave problema e solo negli ultimi anni sta iniziando a ricevere maggiore attenzione dalla ricerca, dalla politica e nei media. Meritevole, a questo riguardo, è stata la puntata di "Indovina chi viene a cena" di lunedì 23 settembre (Rai 3), dove si è parlato dei danni della pesca intensiva agli ecosistemi marini, di sicurezza alimentare, dell'impatto sull'ambiente degli allevamenti di pesce e sono state mostrate immagini tratte da una investigazione di CIWF Italia in allevamenti europei che documentano metodi crudeli di macellazione. L'altra faccia del mare finalmente è stata raccontata in televisione!
I pesci meritano la nostra attenzione e vanno tutelati! Per questo è partita una petizione per chiedere al Ministro della Salute di introdurre misure immediate che obblighino all'uso di metodi di macellazione che riducano al minimo possibile la sofferenza dei pesci.
I pesci allevati sono sottoposti a pratiche dolorose e crudeli. Densità di allevamento elevate, ambienti sterili costituiti da vasche di cemento, trattamenti invasivi che li costringono a nuotare schiacciati gli uni agli altri: il benessere dei pesci è largamente trascurato, se non del tutto ignorato. La macellazione di questi animali, nella stragrande maggioranza dei casi, avviene poi attraverso metodi disumani. Nonostante siano disponibili diversi metodi di stordimento, la loro applicazione è largamente disattesa e c’è ancora molto lavoro da fare perché le industrie dell’acquacoltura adottino metodi meno dolorosi.
Comunemente, i pesci vengono uccisi per asfissia nell'aria o per sospensione nel ghiaccio o esposizione ad anidride carbonica; in alternativa, possono morire durante il processo di sventramento ed elaborazione. La perdita di coscienza e morte con questi metodi non è rapida e la sofferenza è prolungata. I pesci dovrebbero essere storditi prima di essere uccisi per evitare che provino dolore e sofferenza.
Per questo è importante un intervento legislativo che protegga questi animali e riduca al minimo la loro sofferenza. Tutti insieme possiamo fare pressione sul Governo italiano affinché sia garantito il rispetto del Regolamento dell'Unione Europea in materia di macellazione e il benessere dei pesci sia tutelato.
O preferiamo rimanere muti, proprio come dei pesci?
(Articolo liberamente ispirato alla newsletter di Viviana Vignola, Campaigner CIWF Italia)
Fatto anche questo.
RispondiEliminaCerto mi fermo sempre alla donazione.
Speriamo sia un voto servito a qualcosa lo stesso ...perché senza fondi mi chiedo come possano far qualcosa.
Non vorrei finisse al vento o meglio in questo caso ...in mare😀
Intanto mi han spedito una mail per ringraziarmi.
Boh..?
Grazie MAX. Sì poi c'è anche la pagina della donazione facoltativa... Io mi limito a segnalare la possibilità di dire la propria su certi argomenti, lungi da me promuovere donazioni, poiché rischierei di innescare disparità di trattamento tra le varie associazioni ambientaliste.
EliminaPer fortuna, vivendo a pochi isolati dal porto, posso acquistare il pesce fresco direttamente dalle barche che rientrano.
RispondiEliminaMio suocero aveva una barchetta fino a qualche anno fa, ed ha inculcato nei suoi figli la passione per la pesca.
Che amarezza questo genere di allevamenti...
Quando vedo venditori di pesce, resto col sospetto che sia comunque roba di allevamento: chi ho visto rientrare in barca dopo aver gettato le reti, è sempre tornato con quanto bastava per una consumazione familiare, altro che vendere.
EliminaMio padre pescava al fiume, in barca al mare è andato un paio di volte ma non gli piaceva, preferiva pescare coi piedi sulla terraferma. 😁 Come puoi immaginare non mi ha trasmesso alcuna passione verso la pesca, infatti appena ho potuto scegliere ho smesso di fargli compagnia.
Io sapevo che il peggio del peggio era durante la mattanza dei tonni...
RispondiEliminaMa immaginavo che anche gli allevamenti avessero grandi ombre...
Moz-
La mattanza, cioè la corrida di noialtri... L'ho vista una volta in televisione in un programma tipo "Linea verde"... Scioccante mostrare certe scene a un'ora del genere!
EliminaPare stia scomparendo, non tanto per sensibilità umana, quanto per il crescente inquinamento e l'intensificazione della pesca industriale che intercetta e cattura i tonni più al largo.
Prima non c'era quella sensibilità che c'è oggi.
EliminaMoz-
Già, prima in televisione faceva scandalo quello che adesso rientra nel comune gossip...
EliminaAl peggio non c'è mai fine.
RispondiEliminaSerena domenica.
La fine di certe brutalità dipende anche da noi.
EliminaBuona domenica a te.
Ciao Gas, sono arrivata oggi da te per la prima volta e ho letto un post che mi ha lasciato basita.
RispondiEliminaLeggo spesso delle balene in Giappone ma non avevo idea di quanto siano terribili le condizioni dei pesci negli allevamenti ittici.
Di sicuro oggi mi farò molte più domande quando entrerò in uno dei tanti ristoranti di pesce di Milano.
Vado a firmare la petizione.
Ciao.
Ciao Mariella, e benvenuta nel mio blog.
EliminaPurtroppo mi ritrovo spesso a fare un certo tipo di informazione, che mi auguro sensibilizzi i lettori verso scelte più consapevoli.
Ogni tanto però c'è qualche buona notizia.
Ho visto che mi hai inserito tra i contatti, faccio altrettanto col tuo blog. ;)
Grazie per la firma, alle prossime.