Anche se il titolo può avere un che di umoristico, esprime bene la situazione registrata sul finire dell'estate: Greenpeace ha dimostrato, attraverso l'attività di monitoraggio del progetto "Mare Caldo", un sensibile aumento delle temperature marine come di quelle dell'intera penisola.
Sta accadendo che gli effetti devastanti dei cambiamenti climatici si stanno manifestando anche nel Mediterraneo. Questi shock termici sono dannosi per la biodiversità marina: le gorgonie (cioè i coralli del Mediterraneo), stanno subendo frequenti fenomeni di sbiancamento, e diverse specie mostrano evidenti segnali di necrosi e l'inevitabile mortalità delle colonie.
Purtroppo c'è anche dell'altro: un agente patogeno si è diffuso grazie all'aumento delle temperature e ha letteralmente decimato la pinna nobilis (il più grande mollusco bivalve del Mediterraneo); meno di un esemplare su dieci è riuscito a sopravvivere e in alcune aree la specie si è già estinta.
Pinna nobilis, fonte: Wikimedia |
Sono segnali di un mare in crisi, e per affrontarla crisi non c’è alternativa al liberarci dalla nostra dipendenza dai combustibili fossili e tutelare gli ecosistemi marini più sensibili!
(Articolo tratto dalla newsletter di Greenpeace Italia)
Purtroppo Greenpeace sfonda una porta aperta da decenni: clima e scelleratezza umana stanno rendendo il mare nocivo a se stesso, e a noi. Vediamo fino a che punto vorremo suicidarci prima di prendere provvedimenti seri, e non fissando step al 2050/2060 😱
RispondiEliminaL'uso massivo di condizionatori domestici non fa altro che buttare in atmosfera energia termica, il che si aggiunge alle emissioni inquinanti industriali.
EliminaAnche se il danno si fermasse oggi, non vivremmo abbastanza per vederne gli effetti, altro che 2050!
Sempre peggio, ma gli uomini pensano solo a farsi la guerra. Forse un giorno smetteranno, ma temo che quel giorno coinciderà con quello in cui la natura si ribellerà con tutta la sua forza.
RispondiEliminaLa Natura non ha bisogno di ribellarsi, ci stiamo distruggendo tra noi più in fretta di come stiamo distruggendo il pianeta, che peraltro sa come curarsi, prendendosi tutto il tempo che gli occorre.
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