giovedì 29 febbraio 2024

[Notizia] Come si mangia nelle mense universitarie

Essere Animali ha pubblicato una classifica sullo stato delle mense universitarie italiane riguardo alla presenza di opzioni vegetali nei loro menù, rientrando nella campagna "Mense per il Clima", nata per lanciare un appello agli atenei e agli enti per il diritto allo studio affinché aumentino l'offerta di piatti vegetali a ridotto impatto ambientale.

Per ottenere mense più sostenibili negli atenei italiani, è fondamentale conoscere nel dettaglio la situazione di partenza, quindi occorre disporre di un quadro esaustivo delle università italiane che più si impegnano per fronteggiare la crisi eco-climatica nel campo della ristorazione: una scelta motivata dal fatto che il settore alimentare è responsabile di un terzo delle emissioni globali di gas serra.

Proporre cibo vegetale è una delle strategie raccomandate dalla comunità scientifica per ridurre la pressione sugli ecosistemi. Per questo motivo, nel report è stata inserita anche un'analisi LCA realizzata per noi dal gruppo di ricerca Demetra, che ha calcolato l'impatto ambientale di 16 ricette provenienti dalla ristorazione universitaria. E i risultati parlano chiaro: i piatti a base di legumi forniti nelle mense hanno costi ambientali fino a dieci volte inferiori rispetto ai piatti equivalenti a base di carne o pesce.

Di fronti a queste evidenze scientifiche sarebbe lecito aspettarsi una consistente proposta vegetale nelle mense universitarie, che ogni giorno si rivolgono a due milioni di persone tra docenti, studenti, personale di ricerca, tecnico e amministrativo, ma la realtà che è stata rilevata è molto diversa.

Fonte: Essere Animali

Su 58 menù analizzati solo 12 rientrano nelle fasce verdi, riservate alle realtà più virtuose, e di queste una su due si trova in Toscana. Per fortuna esistono strutture pioniere e che possono fare da esempio, ma c'è ancora tanto da fare: più della metà delle mense non contempla infatti secondi a base di legumi nemmeno una volta alla settimana.

Qui un ricco approfondimento con PDF scaricabile

(Tratto dalla newsletter di Valentina Taglietti per Essere Animali)

4 commenti:

  1. Quelle volte che andavo io, tra lezioni mattutine e pomeridiane, per non tornare a casa, mangiavo sempre e solo pane e insalata di pomodori. Già allora avevo senso vegano per una forma di sicurezza ma non ne ero ancora consapevole. 😉❤️👋

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    1. Una sola volta ho sperimentato una "mensa", usufruendo del servizio offerto dal bar universitario (per la mensa vera e propria occorreva la tessera Edisu/Adisu, a pagamento, cui ero contrario perché introdotta dopo la mia immatricolazione, quando in mensa si poteva andare esibendo semplicemente il libretto universitario). Mangiai un primo che sapeva di riscaldato, servito bollente in un piatto di plastica, bevanda esclusa (avevo la mia acqua per fortuna) e in un ambiente di discutibile igiene...
      Dopo qualche tempo la ASL sequestrò l'attività e il bar passò a gestori più seri.
      Ergo vado fiero dei miei panini preparati a casa, anche se all'epoca ci alternavo frittate, formaggio, prosciutto... Perché serviva "sostanza". 🙄

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  2. A prescindere dalle scelte alimentari che uno sceglie, nelle mense scolastiche dovrebbero essere incentivati l'uso di frutta e verdure, per motivi di salute e benessere.

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    1. Sicuramente. Purtroppo ovunque possibile si punta al risparmio affinché pochi possano avvantaggiarsi della situazione.
      Il commento era finito in spam: mi chiedo cosa aspetti Google a migliorare questi controlli dato che sono ridicoli.

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