Credo sia abbastanza sconvolgente l'accertamento della morte di un orso polare a causa dell'influenza aviaria che ha avuto origine negli allevamenti intesivi di polli.
Il virus sta quindi mietendo vittime non solo tra gli animali allevati, ma anche nella fauna selvatica, minacciando interi ecosistemi.
CIWF e altre associazioni lo dicono da tempo: esistono evidenze scientifiche che gli allevamenti intensivi aumentano il rischio di malattie, sia per gli animali che per gli esseri umani! Quando virus originariamente innocui entrano negli allevamenti intensivi le conseguenze possono essere disastrose: è infatti proprio in questi capannoni chiusi che agenti patogeni di ogni sorta trovano le condizioni ideali per diffondersi e mutare in ceppi dalle potenzialità devastanti. E a pagarne le conseguenze sono anche specie apparentemente lontanissime, come l'orso polare.
Eppure, questo aspetto resta trascurato. In questo momento ci sono migliaia e migliaia di animali ammassati al chiuso, tutti geneticamente simili, stressati e indeboliti dalle terribili condizioni in cui trascorrono le loro tragiche esistenze, perché qualcuno acquisterà i loro cadaveri o i derivati della loro sofferenza senza alcuna necessità di cibarsene.
Al momento, l'influenza aviaria colpisce principalmente gli animali, mentre i contagi tra persone sono dovuti a un contatto diretto e prolungato con volatili infetti, o con mammiferi contagiati a loro volta da uccelli malati. Ma più si moltiplicano casi di questo genere, più aumenta il rischio che il virus scateni una vera e propria pandemia, come è già successo.
Mammiferi come l'orso polare sono infatti geneticamente più simili a noi, e potrebbero fornire al virus un ambiente in cui adattarsi per infettare più facilmente gli esseri umani. Occorre mantenere alta la vigilanza, per evitare che il futuro ci riservi nuovi scenari catastrofici; ma l'attenzione non è abbastanza, poiché bisogna prevenire l'influenza aviaria alla fonte, e solo una riforma del sistema zootecnico che superi il modello intensivo potrà mettere fine a questa emergenza.
(Tratto dalla newsletter di Maddalena per CIWF Italia)
Moriremo per un virus prima ancora che per un bottone schiacciato a liberare furie nucleari.
RispondiEliminaAh beh, qualcuno è già morto per un virus, e molti cadaveri li hanno portati via coi furgoni militari... Cosa abbiamo imparato dalla pandemia? A perdere tempo su Chat GPT?
EliminaAlcune volte mi ritengo fortunata ad avere 70 anni, forse non vedrò lo sfacelo di questa umanità irresponsabile. Scusami ma non riesco a trovare altre parole... ❤️👋
RispondiEliminaMi chiedo quante volte occorrerà toccare il fondo affinché ci si renda conto che bisogna sradicare falsi valori e abitudini nocive. L'umanità rifiuta di conservare memoria, eppure tutti abbiamo avuto almeno un parente o un amico vittima del covid, eppure quei maledetti ricettacoli di zoonosi sono tutti spassionatamente ancora aperti perché la gente continua a nutrirsi di cadaveri. E allora venga al più presto la nostra estinzione, e liberiamo una volta per tutte il pianeta (e forse non solo quello) dalla nostra tossica presenza.
EliminaGli umani non hanno capito ancora la lezione, prima o poi pagheremo l'arroganza con l'estinzione.
RispondiEliminaE' questione di un paio di generazioni affinché arrivi il conto da pagare.
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