Una recente ricerca ha monitorato per sei anni i canti di megattere, balenottere azzurre e balenottere comuni, dimostrando che i loro canti si stanno spegnendo.
Chiudiamo gli occhi per un istante immaginando l'immensità del mare. Nel silenzio, si ode un canto: la voce di una balena che attraversa centinaia di chilometri d'acqua, un messaggio antico, misterioso, potente. Un richiamo che ci ricorda che l'oceano è qualcosa di vivo e che i suoi equilibri sono fragili. Ma oggi quei canti rischiano di spegnersi, non solo per colpa di arpioni visibili, ma anche per minacce più subdole quali il cambiamento climatico, l'inquinamento, la pesca industriale, il rumore sommerso. Sono azioni lente e nascoste, ma altrettanto pericolose.
I dati della ricerca mostrano uno scenario davvero negativo: in sei anni i canti sono diminuiti, soprattutto per la balenottera azzurra nei periodi di scarsità di krill. È come se il mare si stesse spegnendo lentamente, i suoi canti si stanno affievolendo, la sua voce vitale sta soffocando. E ogni giorno di inazione peggiora la situazione. E questo nonostante Greenpeace non sia rimasta a guardare:
- è stata denunciata la caccia commerciale alle balene, contribuendo a rafforzare il divieto internazionale;
- sono state proposte aree marine protette, salvaguardando habitat essenziali per la riproduzione e l’alimentazione di molte specie;
- sono state condotte campagne globali contro la pesca distruttiva e i pescherecci a strascico in alto mare.
Attualmente si sta lavorando duramente perché il Trattato Globale sugli Oceani diventi effettivo: adottato nel 2023, è l'unico accordo internazionale capace di creare aree marine protette in alto mare, essenziali per salvaguardare la biodiversità e contrastare le minacce antropiche.
Oltre 110 Paesi lo hanno firmato, ma al momento solo 52 hanno completato la ratifica. Per entrare in vigore serve raggiungere 60 ratifiche, affinché diventi legalmente vincolante. E purtroppo, tra i Paesi che non hanno ancora ratificato c’è l'Italia, proprio un Paese circondato da un mare tra i più ricchi di biodiversità al mondo e altrettanto fragile!
(Tratto dalla newsletter di Valentina Di Miccoli, Campagna Mare per Greenpeace Italia)
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