L'articolo di oggi cerca di rispondere a due domande: perché si sta lentamente imponendo la moda di diventare vegani, e perché chi lo diventa suscita più di qualche singola volta fastidio.
All'origine dell'attuale veganesimo c'è l'esperienza di Daniel Watson, un ragazzo britannico che, all'età di 14 anni, assistendo alla macellazione di un maiale, decise di non nutrirsi più di carne e di lì a poco anche di latticini. Da adulto, confrontandosi con altre persone che avevano fatto le sue stesse scelte, si rese conto di non essere un caso isolato anomalo ma di appartenere a un gruppo di individui che stavano abbracciando una scelta di vita.
Un vegano crede sia etico evitare di nutrirsi di prodotti di origine animale e al tempo stesso che tali scelte portino giovamento all'ambiente, sulla scia di esperienze vissute in tenera età come quella di Daniel Watson, ma anche l'aver avuto una adolescenza a contatto con animali domestici favorisce la scelta di non nutrirsi di altri esseri senzienti.
Non una rinuncia, ma la convinzione che così facendo si torni in sintonia con la Natura, evitando di violentarla diventando complici di un assassinio che si trasformi in carne, come anche della schiavitù di animali segregati a vita in gabbie affinché producano latte e uova.
Secondo alcuni onnivori, la carne rappresenta un componente importante e fondamentale di una dieta sana: il Governo degli Stati Uniti ne raccomanda un consumo quotidiano fino a 170 grammi, che sia carne rossa oppure pesce. Di conseguenza, trovarsi di fronte una comunità pacifica e crescente di persone che, col veganesimo, sostanzialmente sfidano uno stile di vita, genera un senso di percepita minaccia, perché "io non contesto il tuo sedano e le tue zucchine, quindi tu non mi devi fare la morale sul mio pollo e la mia bistecca!"
Ora, è nella natura umana rispondere a minacce non violente, come quelle percepite dalla presenza dei vegani, con emarginazione. E' statistico: due vegani su tre subiscono discriminazioni ogni giorno, un vegano su quattro perde amici dopo aver rivelato la propria scelta alimentare, uno su dieci teme di perdere il posto di lavoro!
Essere vegani induce discriminazioni anche nella sfera sessuale: difficilmente un/a onnivoro/a cerca un rapporto con un/una vegano/a, ritenendolo/a meno attraente di chi introduce carne nella propria dieta.
Discriminazioni tuttavia innescate da infondati pregiudizi dato che:
- i vegani puntano essenzialmente al mangiare più sano, e una dieta vegetale riduce il rischio di malattie cardiovascolari, alcuni tumori e diabete di tipo 2;
- il prezzo della carne è destinato ad aumentare, dato che è corresponsabile di malattie e si sta pensando di tassarla per scoraggiarne il consumo;
- produrre carne genera il 15% dei gas serra presenti nell'atmosfera;
- per ottenere terreni da pascolo si abbattono ogni anno 2.700.000 ettari di foresta tropicale.
Chi è quindi dalla parte della ragione?
(Fonte: Business Insider Italia)
Io non contesto nessuno, anzi, sicuramente avete anche ragione, ma continuerò ad amare gli arrosticini.
RispondiEliminaPoi, visto che spesso viro su prodotti vegan, se la carne sarà debellata me ne farò una ragione..😉
A volte iniziamo a fare pasti vegan "per caso", è già un passo per scoprire alternative; molti iniziano così.
EliminaTi dico serenamente che seitan, tofu, tempeh proposti in mille variazioni li prendo spesso, anche perché facilmente reperibili in grosse catene.. una volta c'era solo NaturaSì, dove con un piccolo mutuo riuscivi a fare la spesa per una settimana.. ;)
EliminaDavvero, NaturaSì è un tempio di bontà, ma come niente sfori 20€...
EliminaTi consiglio i prodotti Vegamo, che io trovo da Penny Market.
Seitan? Non m'attira proprio! 😅
Glutine di frumento.. ci fanno polpette, straccetti, hamburgher.. giustamente non attirandoti la carne, puoi fare a meno di surrogati che tendono ad imitarne gusti e forme.. ;)
EliminaSo cos'è, l'ho provato ma proprio non mi conquista, cucinato in vari modi. Piuttosto mi faccio una frisella croccante con pomodori olio sale e origano.
EliminaCosì non vale! ahah
EliminaLasciamo perdere che proprio ieri a cena ho beccato delle friselle "impermeabili". 😲
EliminaIo invece contesto quelle coppie vegane che costringono i loro figli piccoli a seguire una dieta assente da derivati animali e dei nutrienti che ne derivano : proteine animali ferro, Omega 3 ecc..
RispondiEliminaDovrebbero toglierli la patria potestà.
Sai quanti ne ho visti di casi così in ospedale.
Bambini denutriti.
Gli adulti possono fare quello che vogliono naturalmente nel rispetto degli altri...se vogliono essere rispettati pure loro.
Mi pare logico.
Deve essere una scelta consapevole, e i genitori sono responsabili della salute dei loro figli.
EliminaTuttavia conosco almeno un bambino sanissimo che segue un'alimentazione vegan, svezzato a botta di 2 chili di frutta (bio) al giorno e frullati di legumi, mangiando tutto con gusto e non a forza; e a scuola adesso rifiuta le merendine confezionate volendo soltanto ciambelle fatte dalla mamma. E siccome i bambini sono meravigliosi, la curiosità del gruppo fa sì che vogliano assaggiare loro la ciambella invece di criticare chi non è omologato alle merendine.
Si intuisce quanto sia più impegnativo e costoso...
Io sono contro ogni forma di discriminazione, e di conseguenza sono anche contro le aggressioni ai vegani. Io non sono nè vegana, nè vegetariana, ma ho ridotto drasticamente il mio consumo di carne. Lo dovremmo fare tutti per salvaguardare l'ambiente, perchè a causa degli allevamenti intensivi, vengono distrutti chilometri e chilometri di foreste. Ciò, oltre a ditruggere l'ecosistema e a mettere a rischio la sopravvivenza delle specie animali, favorisce il riscaldamento globale e lo scioglimento dei ghiacciai.
RispondiEliminaIo ho iniziato il mio percorso, anni fa, proprio riducendo il consumo di carne e scoprendo, di conseguenza, nuovi sapori di cibi che prima non mangiavo.
EliminaSe ognuno si autoregolamentasse, ci sarebbe un minore consumo di carne e quindi soltanto allevamenti all'aperto, con veri pascoli e non intensivi con tutto quello che ne consegue.
Francamente non credo che i vegani siano discriminati. Piuttosto mi sembra più diffuso il pensiero secondo cui questi si sentano migliori degli onnivori, e critichino la loro scelta di mangiare carne e derivati.
RispondiEliminaPer me ognuno può mangiare quel che vuole, basta che non venga a farmi la morale.
Per lo stesso motivo, non sono mai stata attratta dai palestrati, poiché non sopporterei di convivere con un uomo che si pesa la pasta o che, peggio, pretende di pesare la mia.
Dunque, non potrei nemmeno sposare un vegano, perché di sicuro si rifiuterebbe di sedersi a tavola con me mentre mangio l'arrosto.
I dati riportati nell'articolo sono statistici quindi avranno pure un qualche fondamento.
EliminaVero è che, personalmente, a volte più che discriminato sono stato oggetto di curiosità e diffidenza perché appena spiego le mie scelte alimentari, prontamente la domanda successiva è del tipo "E col ferro come fai? E con le proteine? Ma neanche il pesce? E gli omega-3?"
Altre volte resto completamente ignorato, e sono io a provare disagio nel dividere tavola con chi sta mangiando pezzi di animale, cui chiaramente non rivolgo la stessa domanda che mi viene fatta a proposito delle mie scelte alimentari. Quindi un pochino di morale ricevuta me la sento, ma non ne faccio, al più sono sempre disponibile per un confronto civile.
Non sposeresti un vegano, ci sta: devi stare a tuo agio... Per contro io non potrei dividere casa con qualcuno che con regolarità consuma carne, sarei capace di arrivare a frigoriferi (altro che letti! 😅) separati e mangiare assieme soltanto in caso di pietanze condivise.
Negli anni ho ridotto il consumo di carne, in futuro non lo so, comunque nella mia dieta quotidiana non devono mai mancare verdure e frutta.
RispondiEliminaSaluti a presto.
Anche io ho proceduto per gradi. 🌱
EliminaCerto, non tutti però ragionano come te: la spocchia di certi onnivori è magistrale.
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