lunedì 4 ottobre 2021

[Notizia] Proliferazione di cinghiali? Colpa della caccia


Per chi frequenta specifici canali social non manca giorno che si parli della presenza di cinghiali nella propria zona, ritenuti pericolosi e che giustificano battute di caccia per abbatterli; sugli stessi canali social, tuttavia, c'è anche chi, con un minimo di documentazione a monte ("È sapiente solo chi sa di non sapere, non chi s'illude di sapere" diceva Socrate), è in grado di ribaltare la questione e le relative responsabilità. Lo facciamo anche noi, attraverso i punti salienti di un'intervista a Katia Impellittiere, Presidente della Lega Abolizione Caccia (LAC) Brescia.

  • Il numero di cinghiali, secondo alcune amministrazioni, è diventato elevato, secondo parametri umani; tuttavia in natura la popolazione di fauna selvatica in genere (e quindi non soltanto dei cinghiali) si regolerebbe da sola in un sistema che prevede un numero di nascite congruo rispetto alle risorse disponibili, se non ci fosse l'intervento dell’uomo a squilibrare il tutto.
  • Non esiste praticamente più il cinghiale originario del proprio territorio, perché quelli in circolazione sono per lo più ibridi con specie provenienti dall'Europa dell’est, oppure addirittura ibridi derivanti da accoppiamenti fra cinghiali e suini lasciati al pascolo. L'attuale cinghiale discende da quelli introdotti nel territorio dai cacciatori a partire dagli anni Sessanta: la specie autoctona era scarsamente diffusa e di dimensioni più piccole, quindi poco interessante dal punto di vista ludico per i cacciatori. Dal 2017 il ripopolamento a scopo venatorio è stato vietato, tranne che nelle aziende venatorie adeguatamente recintate, ma si registrano comunque casi di ripopolamenti abusivi.
  • Il cinghiale causa danni alle coltivazioni perché l’attuale specie è molto più grande e prolifica della specie originaria, e perché, cacciato nei boschi, si spinge nelle zone coltivate.
  • L‘attività venatoria di "caccia selettiva" sugli individui prolifici, affidata ai cacciatori per ridurre il numero di cinghiali non può funzionare perché il cacciatore spara alla cieca su individui, senza discriminare se sono prolifici o meno, alterando i meccanismi di riproduzione dei cinghiali e le loro dinamiche di conservazione, provocando un aumento esponenziale del numero dei danni da cinghiale.
  • Le pubbliche amministrazioni e le associazioni degli agricoltori continuano a delegare la soluzione dei problemi di coabitazione coi cinghiali (e con gli animali selvatici in generale) alla stessa categoria che ha causato il problema: i cacciatori, il cui unico interesse è soddisfare la loro passione di ammazzare cinghiali! Inoltre se un cacciatore fa attività venatoria con finalità commerciale, incentiva le filiere di carne selvatica, con i ben noti problemi di diffusione di virus.

Definito e inquadrato il problema e le cause, ecco le soluzioni, tutte efficaci ed ecologiche, che dispensano i cacciatori dal prestare le loro carabine per ridurre i danni causati dai cinghiali:
  • Si possono installare recinzioni fisse o mobili, eventualmente elettriche alimentate con pannelli solari: alcune Regioni le danno in comodato d'uso gratuito all'agricoltore, con costi davvero bassi, e assorbiti dal beneficio dell'azzeramento dei danni prodotti dai cinghiali in pochi anni. Andrea Marsan, biologo, zoologo, docente all’Università di Genova, lavora in Liguria a stretto contatto con agricoltori ha messo in campo chilometri di recinzioni e constatato la loro efficacia pari al 100%; in particolare ha posato una recinzione di 3 chilometri e mezzo che protegge un'area di 150 ettari che comprende 20 aziende agricole e una cinquantina di coltivazioni private. Le Regioni possono spendere meglio per la prevenzione anziché spendere per fucilare inutilmente, perché sterminare un branco non impedirà a qualche altro animale di entrare nel campo la volta successiva.
  • La Nantech è un’azienda italiana che produce e distribuisce dissuasori che emettono un suono, udibile solo dagli animali, emesso solamente quando un animale di una certa dimensione è nel raggio d’azione della macchina, sempre diverso, così l’animale non si abitua e si allontana. È già stata usata con successo in Toscana a protezione di vigneti pregiati in territori in cui non si voleva alterare il paesaggio con recinzioni elettriche. Anche i dissuasori si ricaricano con un pannello solare.
  • Per la prevenzione degli incidenti stradali esistono dissuasori luminosi e sonori, come il Safe Crossing”, testato e ampiamente utilizzato in Umbria, Toscana e Marche, in punti in ove si registravano più incidenti: gli animali tendono ad attraversare in alcune zone dette corridoi ecologici, ed è lì che si installa un Safe Crossing che, col suo sensore, si attiva quando serve, rilevando la presenza di animali e con cartelli stradali luminosi, avvisano il conducente se un animale si sta avvicinando alla carreggiata; se il guidatore non rallenta né l'animale si allontana, il dispositivo emette un suono che allontana dalla strada l'animale. Anche questo sistema è a pannelli solari.
  • Individuati i corridoi ecologici, si possono intelligentemente realizzare infrastrutture, sottopassi e sovrappassi, come i 66 ecodotti dei Paesi Bassi, che consentono agli animali l'attraversamento in sicurezza delle vie di comunicazione senza intersecare la viabilità stradale.
In Italia si spende tanto... ma si spende male!

Intervista integrale su Pressenza.

7 commenti:

  1. https://instagram.com/cinghialibellissimi?utm_medium=copy_link

    ⬆️ pagina Instagram sui cinghiali in cui mi sono imbattuto qualche giorno fa... ora gli segnalo anche il tuo articolo ☺️

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mi pare una pagina un po' sarcastica, comunque grazie per la segnalazione. 😉

      Elimina
  2. Non ho ben capito che fine fanno i cinghiali se si allontanano dalle coltivazioni grazie a questi metodi.
    Comunque saranno liberi e affamati. Dunque, mi pare che il problema venga solo spostato altrove, ma non risolto.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Liberi e affamati ma in un loro territorio. Non sono arrivati loro spontaneamente da noi, quindi è nostro dovere provvedere a dargli uno spazio, anche sottratto a noi, dove poter vivere in pace. Poi ci pensa la Natura a regolamentare gli equilibri tra predatori, nascite e prede.

      Elimina
  3. Sarebbero da sterilizzare le femmine.
    Ma i cacciatori sono una riserva di voti per la destra e la sinistra. Ogni tanto dalle mie parti ne trovano qualcuno che porta il pane ai cinghiali nel bosco!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Io sterilizzerei i cacciatori, non gli animali selvatici, che sono perfettamente in grado di procacciarsi il cibo, se lasciati nel loro habitat.
      Apprezzerei chi porta cibo ai cinghiali ma così facendo li si abitua alla vicinanza dell'uomo che non è sempre un essere loro amico.

      Elimina
  4. Io ce l'ho con i miei simili che non perdono il vizio di manipolare la Natura decidendo quale specie debba stare in un territorio e quale vada soppressa, sempre sulla base di un tornaconto spesso economico. Lupi e cinghiali, con i danni che arrecano, anche tragici, sono l'effetto della scelleratezza umana, non la causa di quanto accade: loro vivono secondo i propri istinti.

    RispondiElimina

Blogger ha modificato il modulo dei commenti rendendolo molto scomodo poiché dopo alcune righe scritte, non scorre più. Mi scuso per il disagio che non dipende da una mia scelta.