Come abbiamo raccontato a febbraio, ora animali e ambiente sono tutelati dalla nostra Costituzione, ma CIWF Italia non intende aspettare che la situazione cambi "da sola".
La revisione degli articoli 9 e 41 riporta che l'ambiente e la salute umana "non possono essere lesi dall’iniziativa economica privata". Legittimo chiedersi allora che spazio possono trovare gli allevamenti intensivi, che sono crudeli per gli animali, insostenibili per il pianeta e dannosi per tutti noi, tranne che per le tasche della grande industria, nel nostro Paese? Nessuno!
Dal punto di vista degli animali, l'esistenza degli allevamenti intensivi è la principale causa di crudeltà al mondo: ogni anno, in tutto il mondo, sono allevati e macellati oltre 80 miliardi di animali per produrre cibo, e due terzi di questi animali vive (per modo di dire, dato che si tratta di un continuo sfruttamento in sofferenza) in allevamenti intensivi, rinchiuso in gabbia o ammassato in capannoni squallidi e bui.
Spesso gli animali subiscono mutilazioni per renderli compatibili con la follia dell’allevamento intensivo: ai suinetti, è tagliata la coda per evitare che si mordano l'un l'altro a causa della frustrazione derivante dallo stato miserabile in cui vivono.
Circa il 14,5% delle emissioni globali di gas serra sono causate dagli allevamenti intensivi, che sono anche tra i maggiori responsabili della deforestazione e della conseguente perdita di biodiversità: enormi aree di Amazzonia e di altri polmoni verdi della terra sono abbattuti per dar spazio a monocolture di cereali destinati quasi esclusivamente a diventare cibo per gli animali allevati che, una volta trasformati in latte o carne, forniranno un apporto proteico di molto inferiore a quello originario. L'allevamento intensivo è inoltre responsabile del 30% della perdita di biodiversità. La specie umana, per discutibili fini alimentari, sta distruggendo l'habitat di migliaia di specie solo per nutrire animali che vivranno una vita d'inferno negli allevamenti di tutto il mondo!
Ci siamo già espressi sul fatto, confermato da autorità scientifiche, che gli allevamenti intensivi sono potenziale luogo di innesco di pandemie globali, rappresentando un terreno fertile per batteri, virus e quindi malattie che minacciano potenzialmente anche la nostra salute. Gli animali vivono in condizioni di stress e sovraffollamento, spesso nei loro stessi escrementi, mentre i loro sistemi immunitari sono indeboliti e li si "rafforza" somministrando loro antibiotici per farli sopravvivere a ogni costo, aumentando in modo esponenziale il rischio che i patogeni diventino sempre più resistenti agli antibiotici. Vite sprecate, vissute senza dignità e con rischi per la salute di tutti: animali, lavoratori negli allevamenti, consumatori.
Questa è la situazione attuale, nonostante la Costituzione parli di tutela... Forse è il caso di alzare la voce e chiedere leggi che smantellino gli allevamenti intensivi una volta per tutte.
(Tratto dalla newsletter di Annamaria Pisapia, direttrice CIWF Italia)
Gli allevamenti intensivi sono veri lager, ci vogliono nuove leggi.
RispondiEliminaLeggi che sappiano andare contro i soldi degli imprenditori, o agevolazioni fiscali che favoriscano chi investe in attività diverse dall'allevamento intensivo, settore invece da penalizzare con tasse pesanti per i problemi che arreca all'ambiente che è di tutti.
EliminaE poi ci meravigliamo dei continui virus che attanagliano l'umanità.
RispondiEliminaP.S. Il modulo dei commenti fa di nuovo le bizze. Per riuscire a commentare da cell tocca selezionare "visualizza versione web".
Mai creduto all'origine del coronavirus in laboratorio, quando ci sono cause ben più "semplici" che però fa comodo a qualcuno negare per favorire determinati settori produttivi.
EliminaPS: da vari giorni visualizzare la versione web è l'unico modo che ho per commentare nel tuo blog da smartphone.
Lo so, ma non accade solo sul mio.
EliminaOggi ho visitato una decina di blog, e su tutti, per commentare, ho dovuto cambiare versione.
Infatti non ho detto che è solo sul tuo blog, ma siccome passo da te generalmente come primo blog del giorno, non ho ancora acceso il pc e quindi leggo e commento da smartphone. Altri blog, con articoli spesso molto lunghi, sono scomodi da visualizzare in modalità web da smartphone, e quindi oramai rimando di leggerli a quando ho acceso il computer.
EliminaPer non parlare dei frequenti "Si è verificato un errore nella pubblicazione del tuo commento" o "Impossibile pubblicare il commento", prima molto più rari, e che sta avvenendo ovunque!
Magari arrivassero questi messaggi di errore.
EliminaA me i commenti spariscono e basta. Non capisci se il padrone di casa ha impostato improvvisamente la moderazione, o se il tuo tentativo di commentare non è proprio andato in porto.
Inoltre talvolta i messaggi di errore non sono veritieri: clicchi di nuovo su Pubblica e il commento appare doppio.
EliminaPare che per fare commentare "alla vecchia maniera" bisogna impostare i commenti su un'altra pagina, come fanno Daniele a Andrea sui rispettivi blog. Almeno finché Blogspot non incasina anche quella modalità!
Io odio quel tipo di commenti, perché mentre scrivo il mio commento amo tornare su a rileggere determinati passaggi, e da cell non vedo più il post, se la pagina per commentare è a parte. Da PC non ho fatto caso se si apre un'altra scheda conservando la precedente, oppure no.
EliminaDa pc vai in una pagina apposta di commenti, ma hai un link per tornare al post. Alquanto scomodo anche per me. 😞
EliminaDobbiamo cambiare le nostre abitudini alimentari, ma fintanto che viene proposto tutto questo cibo proveniente da allevamenti intensivi, non cambieremo modo di mangiare. La gente non avverte il problema e non si fa domande su quello che mangia. Ciao, Gas.
RispondiEliminaIl cibo viene proposto come viene proposta qualunque altra cosa vendibile, basterebbe tassare la carne proveniente da allevamenti intensivi, "multando" sostanzialmente quelle aziende per il danno che arrecano all'ambiente, affinché il loro prezzo diventi insostenibile. Purtroppo la massa del popolo non cambierà mai con le buone, bisogna pungerle il portafogli per convincerla a cambiare stile alimentare. Invece, al contrario, le alternative vegane/vegetali costano più dei prodotti derivati dagli animali, tutto al contrario di come dovrebbe essere in un mondo civilizzato e biocentrico.
EliminaVisto che i cereali che NON arrivano dalla Russia, servono soprattutto agli allevamenti intensivi.. motivo in più per smontarli del tutto.. ;) Animali che soffrono, in meno = vite umane che sopravvivono, in più
RispondiEliminaL'equazione non fa una piega.
EliminaIl commento era finito in spam, grazie sempre Blogspot, sempre peggio mi raccomando!