È emergenza nel Pantanal brasiliano, la più grande zona umida tropicale del mondo, dove gli incendi hanno già devastato più di 1.900.000 ettari, un'area equivalente a oltre 180 volte la dimensione di Parigi. Anche quest'anno i vigili del fuoco hanno combattuto contro le fiamme che hanno distrutto la biodiversità, uccidendo in maniera terribile migliaia di animali.
Il Pantanal è la casa di giaguari, formichieri giganti, lontre di fiume e tantissime altre specie animali che per via degli incendi stanno perdendo il loro habitat naturale, o peggio, morendo bruciati dalle fiamme; in tutto questo, da anni l'Europa è complice in quanto importa prodotti e materie prime legate alla deforestazione, dalla carne alla soia destinata all'alimentazione di bestiame rinchiuso negli allevamenti intensivi.
L'agricoltura industriale, da sola, è responsabile di quasi l'88% della deforestazione globale: è il momento di dire basta! Quando compriamo il nostro cibo, non vogliamo essere complici di questa distruzione.
Firma la petizione di Greenpeace
Nel 2020 si stima che siano morti 17.000.000 di animali, si può immaginare quanti ne siano morti quest'anno, tenuto conto che il numero di incendi finora registrato è il più alto dal 2020, quando circa il 30% del territorio del Pantanal è stato consumato dalle fiamme.
I roghi sono appiccati per espandere o creare nuove piantagioni destinate alla produzione di mangimi o per fare spazio a pascoli di bovini, e sono aggravati dai cambiamenti climatici. Ma anche chi finanzia l'agrobusiness distruttivo è responsabile: dal 2013 in Brasile sono stati concessi più di 201.000.000.000 di dollari ai settori dell'allevamento di bestiame e della soia!
Nonostante non ci sia più tempo da perdere la Commissione Europea ha recentemente annunciato il rinvio di 1 anno per l'entrata in vigore dell'EUDR, il regolamento per smettere di importare nell'UE prodotti e materie prime legate alla deforestazione, che era stato approvato nel 2023 e doveva entrare in vigore alla fine di quest'anno ma ora la nuova data di applicazione è spostata di 12 mesi... Un rinvio che è semplicemente irresponsabile accettare.
(Tratto dalla newsletter di Martina Borghi, responsabile Campagna Foreste per Greenpeace Italia)
Se muore l'Amazzonia, scompare l'intero pianeta.
RispondiEliminaScomparisse soltanto la specie umana, sarebbe un bene.
EliminaFirmata e condivisa. Greenpeace è quasi del tutto sconosciuta in Italia.
RispondiEliminaEppure la Rainbow warrior sono anni che combatte in tutti i mari ma nessuno la conosce.
L' Amazzonia è il futuro del pianeta ma gli esseri umani sono avidi, si prenderanno tutto, anche l'ultimo briciolo di terra, a meno che... A meno che la terra si svegli all'improvviso e capovolga tutto
Grazie per il tuo contributo. 🤗
EliminaPurtroppo l'invenzione del denaro ha creato i ricchi e i poveri, con conseguente alterazione degli autentici valori per i quali vale la pena vivere: politici che allungano la propria carriera grazie all'appoggio di multinazionali che in cambio ottengono nulla osta e leggi per violentare la natura.
"Quando l'ultimo albero sarà abbattuto, l'ultimo pesce mangiato, e l'ultimo fiume avvelenato, vi renderete conto che non si può mangiare il denaro." (Toro Seduto, 1876)